sabato 22 novembre 2014

"Contratto di quartiere" per risanare Veronetta?

Fonte: L'Arena.it del 22/11/14
Veronetta può risollevarsi dal degrado denunciato dai suoi esaperati residenti. Di più: potrebbe diventare il quartiere in cui la storia della città, testimoniata dalle belle architetture di epoche diverse, si fonde con il fermento culturale (anche multi-culturale) favorito dalla vicinanza con l'Università e dai tanti residenti stranieri, la più parte ben integrati.
Un rione vivo e creativo, insomma, al contrario dei tanti quartieri-dormitorio della città. Ma per ottenere questo risultato non sono sufficienti i controlli a spot delle forze dell'ordine, come convengono gli stessi abitanti.
È il tessuto profondo di Veronetta a dover essere risanato dai molti appartamenti-bordello, dai fatiscenti microalloggi dove vivono gruppi spropositati di persone, dal giro di spaccio e di sballo, dai vandali che di notte rompono gli specchietti delle auto e sfregiano le carrozzerie per divertimento, scrivono sui muri e sui portoni e lasciano escrementi sui marciapiedi.
La Regione si interessa al caso sollevato su queste pagine e parla della necessità di un vero e proprio patto fra le istituzioni di vario livello, i proprietari delle abitazioni, le associazioni di categoria, i residenti, i commercianti e i gestori dei locali cui sta a cuore il rione.
Un piano di riqualificazione a tutto tondo, finalizzato a risanare ancor più che a reprimere, in modo che Veronetta smetta di essere il ghetto a due passi dal centro.
Occorre, in tre parole, un Contratto di quartiere, come si è fatto e si sta facendo in Borgo Nuovo, l'ex Villaggio Dall'Oca.
Lo dice Massimo Giorgetti, assessore regionale ai Lavori pubblici: «Fondamentale anche il coinvolgimento degli enti sociali e delle associazioni di volontariato, proprio come accade oggi in Borgo Nuovo con buoni risultati».
«La Regione», spiega l'assessore, «si rende disponibile per sedersi attorno a un tavolo con il Comune, studiare insieme un Contratto di quartiere per Veronetta, e anche per stanziare i fondi per l'avvio della sua applicazione. Ma ci vogliono idee chiare e un'azione congiunta. Altrimenti non si va da nessuna parte».
Per esempio? Giorgetti risponde: «A parer mio, Regione e Comune dovrebbero iniziare nel quartiere una campagna di acquisto di alloggi da destinare a edilizia residenziale pubblica, così da combattere abusivismo e subaffitti. È una questione di scelte. Potrebbe essere destinata a questa iniziativa parte dei ricavato della vendita di beni pubblici».
«Un'altra mossa potrebbe essere la concessione di incentivi economici ai privati che decidessero di restaurare gli edifici fatiscenti. E poi, attraverso le associazioni di categoria, si potrebbero aiutare le attività commerciali che rivalutano e migliorano la zona; o ancora investire sull'arredo urbano», ipotizza l'assessore ai Lavori pubblici.
Sì, ma con quali soldi? «Tutti quelli che si riescono a raccogliere: fondi europei, nazionali, regionali, comunali, di privati», spiega Giorgetti. «Una zona sporca e abbandonata richiama degrado; una zona bella e viva invece lo allontana. Iniziamo a camminare in questa direzione».L.CO.

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