martedì 18 dicembre 2012

Santa Maria in Organo: il campanile di barcaioli e mercanti

Tratto da L'Arena del 09/12/2012, di Elena Cardinali

La torre campanaria di Santa Maria in Organo, a Veronetta, fu testimone di secoli di  traffici commerciali sull’Adige che nel XVI secolo passava per l’Isolo.

Il campanile di barcaioli e mercanti
Fondato su una torre romana, crollò nel 1117 e fu ricostruito nel XVI secolo da Fra’Giovanni, l’autore delle mirabili tarsìe

La base, in grandi pietre di Prun, era una torre romana detta «organum», a indicare il meccanismo di sollevamento dell’acqua per mettere in moto un orologio. Questo marchingegno, mediante l'energia idrica, faceva ruotare delle statue secondo un criterio cronometrico. Il risucchio delle pompe veniva poi convogliato in una serie di cannule in modo da produrre, a distanza di determinati intervalli temporali, precise melodìe.
IL NOME ha originato l’odierna Santa Maria in Organo, a Veronetta, il cui campanile, alto 42 metri e di sei metri e mezzo di lato, sorge sulla base di quest’antica struttura. Andiamo su questa torre campanaria, la cui immagine è tra le più rappresentate nelle opere pittoriche veronesi, da Santo Stefano a San Fermo, con Matteo Padovani, Nicola Patria e Bruno Manara della Scuola campanaria veronese e Mario Patuzzo, autore di libri storici. NEL 1481, dopo il rifacimento della chiesa, ripresero anche i lavori per la costruzione del campanile disegnato da Fra' Giovanni da Verona, lo stesso autore delle magnifiche tarsie lignee della  sacrestia, e portato a termine nel 1525 dal maestro lapicida Francesco da Castello. Costruito sulla base di una torre romana è sempre stato in una posizione strategica, quindi un osservatorio privilegiato, testimone dell' intenso traffico che si svolgeva sotto di lui sull'Adige. ENTRIAMO dal retro della chiesa nella base romana del campanile e affrontiamo una scala di 110 scalini di legno inframmezzati da pianerottoli di legno per arrivare fino alla cella campanaria. Va detto che questa salita e questa visita sono state rese possibile grazie all’impegno dei volontari della Scuola campanaria che hanno effettuato un’accurata pulizia del  campanile, che fino a poche settimane fa era in pessime condizioni all’interno, intervento che ha permesso di eliminare, come precisa Padovani, «14 quintali di materiali vari, tra cui cumuli di guano di piccione. E per evitare il ripetersi di ulteriori intrusioni, sono state messe delle reti a tutte le aperture del campanile».
IN SEGUITO al terremoto del 1117 la torre venne in parte ricostruita, assumendo le fattezze dello stile romanico. Nel XVI secolo fu rifatta da Fra’ Giovanni. Al primo piano della torre, caratterizzato da due finestre regolari per lato, si trova l'antico accesso ad arco. Simmetrico si ripete il secondo ordine.  I muri del campanile sono coperti di disegni, incisioni e firme. La bellissima cella campanaria, a bifore e occhi era internamente del tutto affrescata. Sopra la cella vi sta una balaustra che circonda la cupola ad ottagono la quale presenta un occhio per ogni lato.
SUL NUOVO CAMPANILE vennero messe due delle vecchie campane. La più grande era stata fusa nel 1515. La più piccola era datata 1504. I due bronzi pesavano 434 e 240 chili. Nel 1534 Bonaventura Bonaventurini (capostipite della dinastia veronese che annovera anche gli autori del Rengo) fornì tre campane di 612, 288 e 150 chili. Nella prima metà dell’800 il fonditore Chiappani fornì un concerto di sei campane in tono di Fa mentre il concerto attuale venne fuso dai Cavadini nel 1899 in tono Mi. La più grande delle attuali
campane pesa 700 chili e ha un diametro di 108 centimetri. Le campane erano inutilizzate da sei anni e sono state di recente restaurate grazie al parroco di San Tommaso e Santa Maria in Organo.
IL PANORAMA che si ammira dalla torre campanaria spazia sopra Veronetta e sulla strada che ha sostituito l’antico corso dell’Adige. Si nota molto bene il chiostro dell’antico convento olivetano annesso alla chiesa e, dall’altro lato, l’arco dell’antica porta Organa accanto al giardino delle suore Comboniane.

Il monastero in riva al fiume
Il potente monastero olivetano, dedicato alla Beata Madre del Salvatore Gesù Cristo, fu costruito in riva all' Adigetto. Sorge su una cripta longobarda del VI secolo. Custodisce notevoli capolavori d’arte veronese fra i quali un polittico di Rigino, l'organo del 1506 e le mirabili tarsìe lignee di fra Giovanni da Verona (1457-1525) che a Santa Maria in Organo risiedeva. Intarsiatore, scultore e architetto, la sua opera venne elogiata dal Vasari, da Mantegna e da Giulio II.

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