venerdì 28 dicembre 2012

Parcheggiare a Santo Stefano tra paletti e stalli gialloblù


 «Poca sicurezza, a Santo Stefano servono controlli»

LA DENUNCIA. L'appello degli abitanti per un quartiere più vivibile. I nuovi paletti salva pedoni non sono sufficienti. I residenti hanno scritto ai vigili: «Poche pattuglie soprattutto la sera. E l'illuminazione non basta» 

Un primo segnale per la viabilità del quartiere è arrivato. Con i paletti nelle viuzze più strette (come via Moschini e via Cigno) a impedire una volta per tutte la sosta selvaggia di auto poco disciplinate e per nulla accorte. Ma la lista delle richieste dei residenti di Santo Stefano è ben più lunga, e va dalla chiusura della zona alle auto negli orari di entrata e uscita dei ragazzi da scuola, al controllo serale delle stradine poco distanti da lungadige San Giorgio da parte delle forze dell'ordine. «Il traffico nelle ore di punta per la scuola è davvero una nota dolente», commenta Gianfranco Sacchetto del comitato di Santo Stefano. «La sicurezza alle centinaia di studenti presenti nel quartiere andrebbe perlomeno garantita nelle ore di entrata e uscita dagli istituti, con delle limitazioni orarie di accesso ad alcune vie centrali e prettamente residenziali, evitando anche quei frequenti casi di attraversamento del quartiere al solo scopo di scorciatoia». Di sera, poi, vige la totale assenza dei vigili che, «pur se chiamati, non escono mai o solo quando non serve». Eppure i controlli erano già stati reclamati lo scorso ottobre, con una lettera inviata allo stesso comando della polizia municipale, in cui veniva lamentata la mancanza di interventi. «Lo storico quartiere di Santo Stefano, non può essere utilizzato nelle ore serali come un disordinato luogo adibito a parcheggio per chiunque e ovunque», scriveva nella nota lo stesso Sacchetto. Da qui il sollecito di «controlli incisivi», specie tra le 20.30 e le 23 poiché, «oltre tale orario, l'intervento risulterebbe inadeguato». Altro punto in scaletta, già ribadito più volte alle autorità competenti, è quello della pertinenzialità degli stalli auto. «Non ha senso che chi vive a Veronetta, e quindi anche a tre chilometri di distanza, possa parcheggiare nella nostra zona gratuitamente e senza vincoli di orari come fosse un residente. Gli stalli gialloblù dovrebbe essere a uso solo di chi ci vive davvero vicino e andrebbe creata una specifica zona denominata Santo Stefano, limitata in dimensioni da Teatro Romano al Quartiere di Borgo Trento e internamente alle mura magistrali». Le stesse mura a ridosso delle quali balza agli occhi un ulteriore neo del quartiere: quel parcheggio che si sviluppa su tre piani tra via Marsala e via Madonna del Terraglio, e un tempo gestito dal don Mazza, in condizioni davvero poco confortevoli per chi vi lascia l'auto. Conclude Sacchetto: «Il parcheggio è privo di illuminazione e costellato di buche, tanto che il rischio di arenarsi è perenne. Possibile che non si provveda a renderlo quanto meno sicuro e dignitoso?».
Chiara Bazzanella

3 commenti:

  1. Questo articolo è rappresentativo di come il problema dei parcheggi a Veronetta sia ormai una guerra di tutti contro tutti, per non dire "tra poveri". Santo Stefano fa parte di Veronetta eppure abita a S.Stefano è fastidioso che qualcuno "di Veronetta", intendendo con questo altre zone del quartiere venga a parcheggiare a Santo Stefano. Ma perchè non ci si chiede come mai c'è chi è costretto a fare 3 chilometri per trovare un posto auto nonostante abbia un regolare permesso da residente o dimorante? Non preferirebbe parcheggiare sotto casa? Questo è il vero problema... altrimenti tutti dovrebbero chiedere la "pertinenzialità degli stalli auto", magari ristretta non solo al proprio rione, ma anche alla propria via o addirittura al proprio numero civico... insomma tutti vorrebbero un posto auto sotto casa sempre libero, ma se vogliamo affrontare il problema in maniera seria i discorsi da fare sono altri e a livello più alto. Il problema degli stalli gialloblù che non vengono controllati la sera non è solo a S.Stefano, ma in tutta Veronetta (e forse tutta Verona) per cui chi li ha pensati ha fatto nella sostanza solo un'operazione di facciata, ma restano un' operazione fallimentare e controproducente... Mi complimento con il "comitato Santo Stefano" per il risultato ottenuto dei paletti e per la visibilità dell'articolo sul giornale, li invito a non esagerare con le richieste... i paletti li abbiamo già messi, no?

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    1. Non é la guerra fra poveri ma di buon senso. Come si può pensare che una persona x tornare a casa sia obbligato a parcheggiare ad un chilometro di distanza dall'abitazione. Sembra evidente che restringere le zone pertinenziali (ove possibile) serve proprio ad eliminare quegli spostamenti di pura pigrizia, significa meno smog, significa meno furbi.
      Due elementi di cui si potrebbe fare senza e a S.Stefano lo auspichiamo.

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  2. restringere le zone pertinenzali puó essere una buona idea, ma occhio che poi deve valere x tutti, non solo per lo "storico rione di s. stefano". anche se il vero problema non è chi abita nel quartiere, ma chi ci viene a parcheggiare perché non può entrare in ztl. se arrivassero con mezzi diversi dall' auto privata (teletrasporto?) avremmo la soluzione

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