venerdì 5 ottobre 2012

Veronetta: addio alle luminarie natalizie


Fonte: L'Arena del 04/10/2012

Finora sono stralciate alcune vie a Veronetta, in Borgo Trento e in centro. «Rimandati» la Bra, piazza Erbe e corso Porta Nuova

Giro di vite dell’Amministrazione comunale sulle luminarie di Natale. La Giunta minaccia di non finanziarle più nelle strade della città in cui l’anno scorso hanno ricevuto un contributo economico insufficiente da commercianti ed esercenti. Dati alla mano sindaco Tosi, assessore al commercio Corsi e colleghi di Giunta, ieri hanno esaminato una scheda prodotta inuna riunione tenutasi il primo ottobre fra l’assessorato al commercio e  rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. Dalla verifica emergono tre gruppi di classificazione, basati sui dati delle adesioni dei negozianti alle luminarie per l’anno scorso: le aree confermate, quelle stralciate e quelle in attesa di riscontro. Delle confermate,dove si prevede di installare ancora le luci artistiche, fanno parte strade come via Cappello (nel 2011 adesione di 24 negozi ed esercizi su 46), via Garibaldi (sei su 13), via Manin e via Marconi (25 su 28), via Mazzini (40 su 82), corso Porta Borsari (31 su 62), corso Sant’Anastasia (11 su 42). Hanno aderito interamente l’anno scorso vicolo Stella (sette su sette), via Sole (quattro su quattro) e via Alberto Mario(cinque su10), ma sono numerose altre le vie di questa prima categoria, anche strade laterali in cui le luminarie non vengono nemmeno installate. Delle aree «stralciate» fanno parte ora, fra le altre, Interrato dell’Acqua morta (tre esercizi aderenti su 10), via Anfiteatro (zero su 10), via Carducci (sei su 35), via Catullo (uno su 10), corso Cavour (tre su 29), via
Quattro Novembre (14 su 43), via Oberdan (cinque su 24), via Ponte Pietra (quattro su 25), via San Paolo (due su 21), via Stella (11 su39), piazza XVI Ottobre (zero su otto).
Fra le aree «rimandate» a dicembre, invece, ci sono piazza Bra (sette su 25), via Cattaneo (cinque su 32), piazza Erbe (nove su 39), via Nizza (quattro su 17), via Pellicciai (sette su 34), via Quattro Spade (sette su 20), via Roma (14 su 43) e via San Nazaro (otto su 35). In corso Porta Nuova le adesioni sono state appena 14 su 61, nel 2011. In Giunta fanno capire che i tempi, per correggere il tiro, sono stretti. E.G.

Vedere anche qui:
Fonte: L'Arena.it del 29/11/2009 - Dopo 15 anni tornano le luminarie anche a Veronetta.

Fonte: Il Corriere di Verona del 04/10/2012 - Luminarie, i negozi non pagano Il Comune minaccia il blackout 
Le luminarie natalizie potrebbero non accendersi, quest’anno, in molte strade del centro. Il tema è stato discusso in un incontro, lunedì scorso, tra il Comune e i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. E da quella riunione è emerso che moltissimi negozianti non hanno aderito all’iniziativa, pagando la relativa quota. Colpa della crisi o altro che sia, sono stati davvero pochi i commercianti che hanno messo mano al portafoglio e pagato la propria quota (un centinaio di euro). Forse sperando che, alla fine, «paghi Pantalone», ovverosia che le luci vengano addebitate a tutti i contribuenti veronesi. Qualche esempio: in via Mazzini, in teoria la più «sfolgorante» della città, hanno versato il contributo meno della metà degli interessati: 40 negozi su un totale di 82. In via Catullo, ha pagato 1 negozio su 10, in corso Cavour 3 su 29, in via Cappello 24 su 46, in corso Sant’Anastasia 11 su 42, in via Scudo di Francia 1 su 5, in via Anfiteatro 0 su 7, in via XX settembre 4 su 35, in via Oberdan 5 su 24, in via Pellicciai 7 su 34, in piazza Erbe 9 su 39, in via Cattaneo 5 su 32, in piazza Bra 7 su 25, in corso Porta Nuova 14 su 61, in via IV Novembre (dove c’erano state polemiche feroci, in passato, per il mancato arrivo delle luci) 14 su 43. Risultati migliori in vicolo Stella (7 adesioni su 7 negozi presenti), in via Sole (4 su 4), tra largo Pescheria Vecchia e Ponte Nuovo (11 su 11), tra via Manin e via Marconi (25 su 28). Una marea di rifiuti, al contrario, in vicolo Ghiaia (zero adesioni su 8 negozi), in piazza XVI Ottobre (zero su 8), in via Noris (0 su 5) ma anche nella pedonalizzata via Roma (14 su 43), in via Quattro Spade (7 su 20), in corte Sgarzerie (1 su 5), in piazza Isolo (2 su 9), in via Leoni (5 su 25) e in via San Paolo (2 su 21).
Una desolazione, di fronte alla quale la giunta comunale, mercoledì mattina, ha deciso di metter mano ad una revisione totale del progetto. Le strade in cui non si registrerà una sufficiente adesione, potrebbero restare senza addobbi. Sulle luminarie natalizie, in realtà, a Verona si è sempre litigato parecchio. Baruffe in consiglio comunale (tra chi le voleva e chi le considerava uno spreco rispetto ad esigenze più pressanti). E litigi tra i commercianti, alcuni dei quali le ritenevano essenziali, mentre altri non erano disposti ad investire un centesimo su di esse. La svolta era arrivata nel 2009, quando il Comune aveva deciso di acquistare tutte le installazioni luminose, ad un costo di 140mila euro l’anno per 5 anni, al termine dei quali il materiale sarebbe rimasto di proprietà degli acquirenti. Al progetto (denominato «Verona si veste di luce») avevano aderito, oltre alla giunta municipale, Agsm, Amia, Verona Mercato, Atv, Acque Veronesi, Agec, Veronafiere, Banca Popolare, Unicredit, Cattolica Assicurazioni, Confcommercio e Confesercenti Verona, con queste ultime due organizzazioni impegnate a chiedere un contributo economico (100 euro, appunto) ai propri aderenti.
L’anno scorso le luci erano state accese il 2 dicembre e avevano illuminato 37 strade fino a metà gennaio. Quest’anno le strade interessate avrebbero dovuto essere ancora di più: 46 le vie coinvolte nel progetto. Ma le risposte, come abbiamo visto, non sono state per nulla entusiaste. Adesso a palazzo Barbieri ci si è presi una pausa di riflessione: ma l’orientamento sembra essere quello di non mettere tutta la spesa sulle spalle dei contribuenti. E i negozi che non allargheranno i cordoni della borse, potrebbero rimanere senza i tradizionali addobbi, per un Natale ancora più malinconico di quanto già la crisi sembra doverci portare.
Lillo Aldegheri

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