lunedì 8 ottobre 2012

San Tomaso: il campanile che salutò Mozart

Fonte: L'Arena del 30/09/2012 di Elena Cardinali
Rappresenta l’anello di congiunzione tra lo stile romanico-gotico e il XVI secolo, epoca in cui, con un progetto di Michele Sanmicheli (i cui resti riposano in questa chiesa) doveva essere completamente
trasformato. Ma il campanile di San Tomaso Cantuariense, a Veronetta, per i soliti strani disegni della storia, non venne più fatto oggetto del programmato restyling, mantenendo la sua conformazione tardogotica. In questa visita ci accompagnano Nicola Patria e Matteo Padovani della scuola campanaria veronese e Sabato Iannone, vicediacono di SanTomaso.
LA BASE del campanile conserva la massiccia impronta romanica. Venne costruito nella seconda metà del XV secolo, con armonica cella campanaria e cuspide slanciatissima, secondo gli stilemi dell'architettura veronese del periodo: si trovano ampie assonanze con i campanili delle chiese di San Bernardino e Sant'Eufemia.La slanciata cuspide risulta, con i suoi 18,74 metri, la più alta di Verona.Venne realizzata con laterizi sagomati ed è coronata in alto da un cilindro lapideo sormontato da una sfera su cui si imposta una croce metallica.L'altezza complessiva della torre è di 59 metri.
ENTRIAMO passando per l’ex chiostro con lunette affrescate e saliamo per una stretta scalinata di pietra di 31 gradini. Quindi ne facciamo altri 35, di legno, e arriviamo in una prima sala da cui soffitto pendono le corde per suonare le campane. Il locale assomiglia a un piccolo museo, con la sua collezione di vecchi battagli, quadretti con le stampe dei santi e le firme in vernice sui muri dei campanari. Tra questi quella di «Infallibile» Gamberoni, nato a fine ’800, l’unico in grado di suonare la pesantissima campana maggiore.
SALIAMO altri 37 gradini di legno e approdiamo al piano superiore dove sono collocati gli apparati elettrici che fanno suonare le campane. Volendo, però, possono essere suonate anche manualmente. Il massiccio muro romanico gotico della torre dà un’impressione di grande solidità. Eppure venne messo a dura prova da una serie di terremoti, tra cui quello del 2004 che provocò la caduta di una palla di pietra da uno dei pinnacoli che circondano la base della cuspide.
NEL 2005 il campanile venne sottoposto a un meticoloso restauro.L'andamento planimetrico della torre, precisa Matteo Padovani, risulta inclinato di circa tre gradi rispetto ai muri perimetrali della chiesa, e ciò induce a pensare che la base del campanile appartenesse ancora alla prima chiesetta dedicata a San Tomaso risalente al XII secolo.
PROSEGUIAMO nella salita per altri 62 gradini e arriviamo nella cella campanaria che ospita dieci bronzi, un numero che fa di questo campanile il più fornito di campane di tutta la città. Questo piano è illuminato da quattro finestroni a forma di bifora, con capitelli compositi del tardo ’400, da cui si ammira una splendida su Veronetta e sulle Torricelle con un formidabile colpo d’occhio sulle mura medievali di Cangrande e su San
Zeno in Monte. Da questo punto, tramite una serie di scalette a pioli di ferro, si può entrare dentro l’alta cuspide fino a toccarne quasi la sommità.
SULLE CAMPANE si notano decorazioni e scritte. Si tratta di rogazioni,preghiere per allontanare tentazioni e sventure. Il complesso campanario è in scala maggiore di re e risale al 1930. La maggiore delle campane pesa 1.383 chili e ha un diametro di 134 centimetri.
Due di questi bronzi, secondo un’usanza un tempo diffusa, vennero donate da Tullio e Giovanna Cazzola e da Aristide Zendrini e Augusta Zannoni, nipote del famoso scultore veronese Ugo Zannoni. Il nipote, Francesco Cazzola, qui ci ricorda che«ogni volta che suonano le campane si rinnova il ricordo dei parenti». Chissà che adottare una campana non possa tornare dimoda.
4-continua

L ’organo
SAN TOMASO.Va ricordata per due motivi oltre che per il suo valore storico:possiede un famoso organo costruito nel 1716 da Giuseppe Bonatti di Desenzano, dove suonò anche Mozart, ritenuto ancora oggi uno strumento prestigioso dell'arte organaria a Verona,ed è il luogo di sepoltura del grande architetto veronese, Michele Sanmicheli di cui si possono vedere il busto marmoreo e la lapide.
L ’organo, dalla notevole struttura estetica, felicemente barocca, celebre per l’antica bontà del suono che tanti artisti ha attirato, è stato restaurato una decina d’anni fa quando era parroco monsignor Carlo Vinco,con fondi della Fondazione Cariverona.

Nella chiesa di San Tomaso, a soli 13 anni, suonò Wolfgang Amadeus Mozart che lasciò le sue iniziali nella doratura dell’organo. Era accompagnato dal padre Leopold. Impressionò la grande folla venuta per ascoltarlo. Era domenica 7 gennaio 1770: alle 15, ricordano le cronache, con difficoltà riuscì a entrare in chiesa.

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