Fonte: L'Arena.it del 04/10/2012
La città esplode. Da alcuni giorni, soprattutto dopo la ripresa delle
scuole, il traffico, in tutte le principali arterie di attraversamento e
nelle direttrici che portano dal centro ai quartieri periferici, appare
congestionato come mai prima: nelle ore di punta, al mattino dalle 7
alle 9, all'ora di pranzo, tra le 12,30 e le 13,30 e la sera, a partire
dalle 17 e almeno fino alle 19,30, le strade si presentano intasate da
una colonna infinita di auto che procedono a passo d'uomo. Nel resto
della giornata la colonna c'è comunque, ma per lo meno - spiegano i
veronesi che abbiamo incontrato in un tour tra il traffico cittadino -
procede e non si ingolfa in continui blocchi: ma non significa che la
situazione sia sostenibile. STRADE IN TILT. Appare insomma proprio in
questi giorni di ripresa del pieno ritmo di attività come la nostra
città stenti a reggere un volume di traffico che, evidentemente,
nonostante i proclami per una mobilità alternativa e sostenibile, in cui
il mezzo pubblico possa fare da alternativa concreta a quello privato,
di fatto le macchine sono sempre di più. Ciò che preoccupa soprattutto è
che non si tratta di una situazione di allarme che tocca qualche zona
in particolare, ma coinvolge tutta la città. [...]
Sicuramente una delle zone più paralizzate dal traffico è quella che
parte da San Giorgio e si snoda verso Ponte Pietra, teatro Romano,
Interrato dell'Acqua Morta, piazza Isolo, via Santa Chiara per toccare
la zona dell'Università ma anche via Carducci e la galleria di via Volta
fino a Porta Vescovo. In sostanza per chi abita in Valpantena, ma anche
nella parte est della città, da Borgo Venezia a San Michele, arrivare
verso il centro è un calvario: idem rientrare a casa. Come racconta chi
abita in questa parte della città. «Sono qui dal 1954: ho il bar e abito
sopra», spiega Luciano Papazzoni, titolare del bar Santa Chiara. «Ormai
il traffico è pazzesco: la mattina, all'ora di pranzo e dalle 17 in
poi, qui le auto sono perennemente bloccate: una colonna unica, con
tanti che suonano e molti altri ormai rassegnati. Se tengo aperte le
porte del bar la sera il bancone è nero di smog. Conosco molti che dalla
Valpantena vanno in Borgo Trento, lavorano in ospedale: tutti sperano
che venga realizzato il traforo, che potrebbe risolvere parte della
situazione. Perchè anche facendo le Torricelle è tutta una macchina: non
è una soluzione nemmeno quella. Non parliamo quando piove: allora è
allarme». «Io non sono convinto che il traforo risolverebbe il problema,
anche perchè molti arrivano da Borgo Venezia e San Michele: certo però
qui non si vive più», ribatte il signor Alessandro Sana, residente a
pochi metri dal bar. «Questa strada è diventata una circonvallazione: a
tutte le ore la colonna. Se deve passare l'ambulanza fa giri assurdi».
«Una colonna ininterrotta, con il clou del blocco dalle 17 alle 20», fa
eco Barbara Bozzola, titolare del negozio di fiori New Flowers che si
trova in via Interrato dell'Acqua Morta. «Quando piove, che le auto ci
mettono anche mezzora per fare pochi metri». «Io non riesco nemmeno a
tirare fuori la mia auto, perchè la colonna non si interrompe mai», dice
Bruno Ballini, che ha un negozio di riparazioni di moto e scooter. «Da
quando sono riprese le scuole è da impazzire». RIQUALIFICAZIONE. C'è
anche chi vorrebbe puntare su una riqualificazione degli spazi in nome
di una rinnovata vivibilità della zona, ma si vede bloccato. È il caso
di Maarijana Blagojevic, titolare di «Gnam Gnam Buonissimo», la
gastronomia caffè che si trova all'angolo tra via Interrato dell'Acqua
Morta e piazzetta di Santa Maria in Organo. «Avevamo chiesto di poter
mettere qui nella piazzetta tre tavoli con tendoni e fiori, un
plateatico elegante, che avrebbe reso più bella la piazza, invasa dalle
auto e di notte meta di balordi. Ma la sovrintendenza ci ha detto di no e
non c'è stato nulla da fare», spiega. «L'architetto aveva preparato un
fotomontaggio per mostrare il risultato, ma è stato tutto inutile. Per
rendere i luoghi più accoglienti e frequentabili sarebbe invece
necessario creare spazi di vivibilità».[...]
Alessandra Galetto
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