giovedì 17 maggio 2012

Tagliare gli alberi, cancellare la storia

Tratto da "Ruota Libera" n.127 marzo/aprile 2012 (Periodico della FIAB -Federazione Italiana Amici della Bicicletta) - pag. 28
di Francesca Bragaja
L’area che comprende l’ex Caserma Passalacqua e la Provianda di Santa Marta, con i suoi 235.000 metri quadrati, copre quasi un terzo dell’intero quartiere di Veronetta.
Sito militare fin dall’epoca romana, la sua restituzione ad un uso civile venne ottenuta attraverso l’impegno di un comitato di cittadini che si confrontò non solo con i militari, ma soprattutto con un’amministrazione del tutto disinteressata al suo destino.
Se i bisogni e i desideri raccolti allora, insieme alle migliaia di firme, si fossero tradotti in un progetto intelligente e complesso, la Passalacqua poteva diventare l’occasione di rendere Veronetta e l’intera città, un luogo migliore per vivere. Così non è stato.
Il progetto di “riqualificazione urbana” voluto dall’amministrazione comunale, che ha preso avvio la scorsa estate con l’abbattimento di un centinaio di alberi secolari, risponde a principi semplici: edificare ovunque sia possibile, cancellare storia e natura in un sol colpo, tirar su appartamenti inutili (nella città delle 10.000 case sfitte), tirar giù utilissimi alberi.
La possibilità di leggere tale sito come un grande spazio unico e coerente, così come è stato preservato nei secoli dalla destinazione militare, verrà cancellata dalla lottizzazione e da una strada di attraversamento che collegherà via Campofiore alla circonvallazione.
La vocazione per gli spazi aperti che il Campo Marzio e il Campofiore ci ricordano, andava rispettata, rispondendo insieme al bisogno della città di “vuoti” che compensino il “troppo” che la soffoca. Veronetta è un quartiere soffocato dal “troppo”: troppe presenze ingombranti, chiuse e incomunicabili (le caserme, le proprietà ecclesiastiche, l’università), troppo traffico, troppe paure.
Spazi vuoti che la “riqualificazione” poteva trasformare nel grande parco urbano che manca a Verona, luogo ideale per decomprimere le tensioni e ricomporre relazioni felici tra le persone e con la natura e, a pochi passi dal centro, elemento di attrazione per un turismo attento alla qualità di vita che una città sa offrire, come accade nelle grandi capitali europee.
L’abbattimento di quel centinaio di alberi che mitigavano con la loro esistenza gli effetti dell’inquinamento, così come lo spargimento di amianto durante le demolizioni, stanno lì a testimoniare la mancanza di rispetto per il benessere delle persone e per la complessa stratificazione storica e naturale dei luoghi.
Tristissimi giardini sostituiranno anche alla Passalacqua, come altrove, i maestosi alberi abbattuti. E un altro pezzo di città sarà cancellato per sempre.

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