giovedì 5 luglio 2012

Abbattimento ex distributore in via Torbido

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Fonte: L'Arena.it del 05/07/2012
Ore contate per la pompa di benzina in via Torbido
Era stata aperta alla fine degli anni 50. Inutili i tentativi di salvataggio come reperto industriale


Provare a salvarlo ci hanno provato. Ma per il distributore di benzina «Bacciocca» realizzato alla fine degli anni '50 in via Torbido, sembra che le ore siano ormai davvero contate. Stamattina stessa le ruspe potrebbero dare il colpo fatale all'edificio, che per l'Ordine degli architetti di Verona rappresenta una valida icona del rinnovamento industriale del dopoguerra italiano. «Ho parlato con la segreteria del sindaco e la decisione a procedere è presa», riferisce la vicepresidente dell'Ordine Paola Ravanello che martedì pomeriggio, appresa dal collega Filippo Oliosi l'intenzione imminente di demolire la struttura, si era preoccupata di chiamare la proprietà, l'Api, per chiedere di temporeggiare. Quest'ultima aveva accettato, anche per evitare l'eventuale spesa di 75mila euro necessaria a rimuovere l'edificio, ma l'ultima parola spetta al Comune che in quell'area realizzerà un parco come intervento di compensazione delle ex Cartiere. «Pare che per ragioni di sicurezza il distributore debba sparire», riprende Ravanello. «Abbiamo chiesto di sospendere i lavori perché riteniamo che il nostro compito sia quello di segnalare le opportunità sul nostro territorio, ma non conosciamo il progetto complessivo in corso e non vogliamo essere di intralcio né creare tensioni». Del resto, come precisa l'assessore alla viabilità Enrico Corsi, «la stessa Soprintendenza ha chiesto la demolizione dell'edificio». Nonostante la decisione sia ormai stata presa, ieri mattina, Filippo Oliosi e il collega Michele De Mori hanno scelto di consegnare alla Soprintendenza una relazione sulla storia della pompa di benzina costruita dall'architetto Mario Bacciocchi per volontà dell'allora presidente Eni Enrico Mattei. C.Baz.

1 commento:

  1. Ieri passando ho visto che l'abbattimento è iniziato: secondo me gli architetti che volevano recuperarlo cercavano solo un po' di pubblicità personale... e ci sono riusciti. Se si vuole fare un chiosco nel giardino che verrà si può fare nuovo, con materiali più indicati ed ecologici (legno?) e con meno impatto rispetto al contesto.

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