Il carnevale fa rivivere anche Porta Vescovo
Fonte: L'Arena,it del 04/03/2014
Grande folla a Santo Stefano per il tradizionale «Luni Pignatar» L'emozione del nuovo Dio dell'Oro, Andrea Hinek: «È il mio sogno»
Doppia festa ieri per la sponda sinistra dell'Adige con le maschere di Veronetta che hanno celebrato il carnevale prima a Porta Vescovo, guidate dal Simeon dell'Isolo, per poi riunirsi tutte davanti alla chiesa di Santo Stefano per il Luni Pignatar. Il via alle 14, con Porta Vescovo eccezionalmente aperta proprio per consentire a maschere e cittadini di festeggiare il lunedì grasso. «Un modo per far vivere questa porta», spiegano Giuliano Frazza, presidente del comitato del Simeon e Roberto Villa, presentatore della festa, che ha impersonato la maschera di Simeon lo scorso anno. «Il principe delle zattere», come lo chiama il Papà del Gnoco in carica, Gianni Benini, che è intervenuto ieri con tutta la sua corte di Macaroni.
La maschera dell'Isolo, impersonata quest'anno da Sergio Scapin, è infatti ispirata alle figure realmente esistite dei «radaroi», i conduttori delle zattere che navigavano lungo l'Adige, come ricordano testimonianze storiche che risalgono al Tredicesimo secolo. Probabilmente poi Simeon era diventato il titolo con cui riferirsi al capo della corporazione degli zattieri. «Veronetta era uno dei luoghi simbolo della città», prosegue il Re del Bacanal, «oggi è un po' da risollevare». E forse feste come quella di ieri possono aiutare, coinvolgendo la popolazione, anche grazie alla presenza della banda e delle majorettes. «Porta Vescovo va restituita alla città», sostiene anche Luciano Zampieri, consigliere della prima circoscrizione, «e bisogna ringraziare voi volontari, che fate riscoprire le tradizioni della nostra città».
Anche ieri erano tante le maschere della provincia. «Per me è la prima volta qui», ammette Loretta Zaninelli, presidente del carnevale della provincia, «dentro questa bellissima porta, così importante per il carnevale. E voglio ringraziare tutti voi che portate avanti le tradizioni dei vostri rioni». Siccome il Simeon è dell'Isolo, la maschera, accompagnata da tutte le altre in corteo, non ha rinunciato a sfilare fino a piazza Isolo, proseguendo poi verso Santo Stefano, unendosi alle celebrazioni del Luni Pignatar. Festa antichissima, come ha ricordato il quarto Duca della Pignatta, Gianfranco Ballini, accogliendo il Papà del Gnoco a metà di Ponte Pietra, secondo tradizione.
«È un rito che risale agli anni Quaranta», racconta il Duca, carica ereditaria, non elettiva e infatti accanto a Ballini c'erano anche il figlio Andrea e il nipote Matteo, destinati a ricoprire la carica in futuro. «Il Duca dà il benvenuto al Papà del Gnoco sul ponte, a simboleggiare il matrimonio tra le due sponde del fiume, quella del centro città e quella di Veronetta». Ad accompagnare il Duca, la seconda maschera più antica di Verona, c'era anche il Dio dell'Oro, maschera elettiva, impersonata quest'anno per la prima volta da Andrea Hinek. «È sempre stato il mio sogno», ammette Hinek, «vedevo l'Ammiraglio, ovvero Giorgio Bissoli, che ha indossato i panni del Dio dell'Oro per tante volte e volevo essere anch'io come lui; finalmente ci sono riuscito. Con orgoglio porto avanti la tradizione del Ducato di Santo Stefano». Che risale al 1884, quando il primo Duca, Ciro Zuliani, inventò la maschera. Leggenda vuole infatti che avesse trovato una pignatta colma di monete d'oro e avesse voluto condividere in parte questa fortuna con gli stevanati, organizzando il Luni Pignatar.
Grande folla a Santo Stefano per il tradizionale «Luni Pignatar» L'emozione del nuovo Dio dell'Oro, Andrea Hinek: «È il mio sogno»
Doppia festa ieri per la sponda sinistra dell'Adige con le maschere di Veronetta che hanno celebrato il carnevale prima a Porta Vescovo, guidate dal Simeon dell'Isolo, per poi riunirsi tutte davanti alla chiesa di Santo Stefano per il Luni Pignatar. Il via alle 14, con Porta Vescovo eccezionalmente aperta proprio per consentire a maschere e cittadini di festeggiare il lunedì grasso. «Un modo per far vivere questa porta», spiegano Giuliano Frazza, presidente del comitato del Simeon e Roberto Villa, presentatore della festa, che ha impersonato la maschera di Simeon lo scorso anno. «Il principe delle zattere», come lo chiama il Papà del Gnoco in carica, Gianni Benini, che è intervenuto ieri con tutta la sua corte di Macaroni.
La maschera dell'Isolo, impersonata quest'anno da Sergio Scapin, è infatti ispirata alle figure realmente esistite dei «radaroi», i conduttori delle zattere che navigavano lungo l'Adige, come ricordano testimonianze storiche che risalgono al Tredicesimo secolo. Probabilmente poi Simeon era diventato il titolo con cui riferirsi al capo della corporazione degli zattieri. «Veronetta era uno dei luoghi simbolo della città», prosegue il Re del Bacanal, «oggi è un po' da risollevare». E forse feste come quella di ieri possono aiutare, coinvolgendo la popolazione, anche grazie alla presenza della banda e delle majorettes. «Porta Vescovo va restituita alla città», sostiene anche Luciano Zampieri, consigliere della prima circoscrizione, «e bisogna ringraziare voi volontari, che fate riscoprire le tradizioni della nostra città».
Anche ieri erano tante le maschere della provincia. «Per me è la prima volta qui», ammette Loretta Zaninelli, presidente del carnevale della provincia, «dentro questa bellissima porta, così importante per il carnevale. E voglio ringraziare tutti voi che portate avanti le tradizioni dei vostri rioni». Siccome il Simeon è dell'Isolo, la maschera, accompagnata da tutte le altre in corteo, non ha rinunciato a sfilare fino a piazza Isolo, proseguendo poi verso Santo Stefano, unendosi alle celebrazioni del Luni Pignatar. Festa antichissima, come ha ricordato il quarto Duca della Pignatta, Gianfranco Ballini, accogliendo il Papà del Gnoco a metà di Ponte Pietra, secondo tradizione.
«È un rito che risale agli anni Quaranta», racconta il Duca, carica ereditaria, non elettiva e infatti accanto a Ballini c'erano anche il figlio Andrea e il nipote Matteo, destinati a ricoprire la carica in futuro. «Il Duca dà il benvenuto al Papà del Gnoco sul ponte, a simboleggiare il matrimonio tra le due sponde del fiume, quella del centro città e quella di Veronetta». Ad accompagnare il Duca, la seconda maschera più antica di Verona, c'era anche il Dio dell'Oro, maschera elettiva, impersonata quest'anno per la prima volta da Andrea Hinek. «È sempre stato il mio sogno», ammette Hinek, «vedevo l'Ammiraglio, ovvero Giorgio Bissoli, che ha indossato i panni del Dio dell'Oro per tante volte e volevo essere anch'io come lui; finalmente ci sono riuscito. Con orgoglio porto avanti la tradizione del Ducato di Santo Stefano». Che risale al 1884, quando il primo Duca, Ciro Zuliani, inventò la maschera. Leggenda vuole infatti che avesse trovato una pignatta colma di monete d'oro e avesse voluto condividere in parte questa fortuna con gli stevanati, organizzando il Luni Pignatar.
Etichette: carnevale, piazza Isolo, porta Vescovo, santo Stefano, tradizioni
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