venerdì 21 febbraio 2014

Cinque tombe affiorano dalla Passalacqua

Fonte: L'Arena.it del 21/02/2014

Rinvenuto uno scheletro e 4 urne. La soprintendente: «La tomba era di una donna di rango. Ora potremmo trovare anche la domus»

Riposava lì, contornata dai propri monili, da quasi duemila anni. Una tomba con uno scheletro di donna praticamente integro, sepolto insieme ai propri oggetti di corredo e accessori da bagno, è stato scoperta dal lavorio di una ruspa nel terreno del grande cantiere della Passalacqua. La pancia dell'area di Veronetta regala così nuove sorprese e restituisce ancora reperti romani.
Il ritrovamento è importante perché contribuisce a far luce su cosa ci fosse nel primo e secondo secolo in quest'area a due passi dall'Arena e dal foro di piazza Erbe. Le ipotesi sono varie e non ci sono dati o studi precedenti a guidare gli archeologici nel loro lavoro. Ma solo elementi che si inanellano l'uno con l'altro, la cui interpretazione è più chiara grazie anche a queste tombe.
Accanto all'enumazione principale, rinvenuta nella parte di scavi più vicina a Porta Vescovo, nell'area della Santa Marta, sono emerse infatti anche quattro urne cinerarie. Il ritrovamento risale a un paio di settimane fa.
Gli archeologi hanno lavorato e isolato l'area dello scavo, studiando e catalogando accuratamente tutti i reperti, che ora sono stati rimossi e portati nei laboratori della Soprintendenza. Lo scheletro è stato dunque prelevato e con esso tutti gli oggetti che lo contornavano nella sepoltura. Alcune spatole utilizzate per il trucco, un cofanetto, originariamente in pelle o in legno, di cui sono rimaste le guarnizioni in bronzo e le rifiniture in metallo, alcune monete in bronzo dell'epoca e persino oggetti vari oggetti di vetro. Si tratta insomma della sepoltura di una donna importante nella struttura sociale di quel periodo, appartenemte ad una famiglia benestante.
«Anche le quattro urne che contenevano le ceneri di altri corpi, probabilmente di personalità meno importanti, sono state deposte con estrema cura e attenzione per i dettagli», spiega la Soprintendente ai beni archeologici Brunella Bruno.
Il ritrovamento potrebbe indicare che in questa zona della città, al di fuori ma poco rispetto alla cittadina romana, ci fossero degli insediamenti residenziali. «Ma è ancora prematuro affermarlo nel dettaglio. Ciò che sta emergendo dagli scavi del cantiere ci permetterà di capire e fare un po' chiarezza», spiega la Bruno. «Verosimilmente, essendo poco distante dalla città, poteva essere un'area produttiva o residenziale, oppure una necropoli. Siamo ancora aperti a tutte le possibilità. Tuttavia dagli elementi emersi non sembra esserci un cimitero cittadino, più probabilmente si tratta di un piccolo nucleo insediativo». Oltre alle cinque tombe, infatti, lo scavo ha riconsegnato alla luce anche piccole condotte, tracce di muratura. Tutto lascia indicare una necropoli previale, ovvero alcune sepolture fatte a poca distanza da abitazioni di un certo pregio, all'epoca però più tipiche in aperta campagna e nei latifondi che a due passi dalla città. «Di certo, non sembra un grosso insediamento funerario come poteva essere quello alla Spianà o a Porta Palio», spiega la Bruno.
Lo scavo che ha restituito le cinque tombe è ora ultimato e la zona bonificata dai reperti. Il team di archeologi rimane comunque presenza costante nel cantiere. E segue passo dopo passo ogni singolo buco che viene effettuato nell'ampia area che dovrebbe ospitare campus, parco, biblioteca e case.
Nei mesi scorsi, infatti, già altri reperti romani erano venuti alla luce. Tra questi, un muro romano, nella parte di cantiere più vicina alla facoltà di Economia. «Potremmo trovare la domus cui appartiene questa piccola necropoli emersa di recente. Ma fare ipotesi è prematuro: non sappiamo se e cos'altro potrà emergere. Di certo, continueremo a vigilare», assicura la Bruno.
Ilaria Noro

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