venerdì 29 luglio 2011

Gli ambientalisti sulla Passalacqua:«più che un parco è una speculazione»

Fonte: L'Arena.it del 29/07/2011

Ombre sul progetto di recupero. Gli ambientalisti: no al taglio degli alberi e c'è il pericolo amianto

Verona. L'operazione Passalacqua «continua a non convincerci. Non si può dar a bere ai cittadini che la creazione del più grande parco della città passi attraverso l'edificazione e l'abbattimento di grandi alberi».
Secondo le associazioni ambientaliste della città - Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Il Carpino - si allungano ombre sempre più nere sul progetto di recupero del grande complesso di Veronetta, 270 mila metri quadrati in tutto. «La minaccia del taglio di 180 alberi, l'amianto che potrebbero contenere le macerie dei vecchi edifici militari demoliti, la speculazione edilizia con la costruzione di 300 appartamenti»: queste le principali obiezioni che gli ambientalisti, nel dibattito pubblico di ieri sera in piazza Isolo, hanno ribadito all'indirizzo del Comune.
Con una tirata d'orecchi all'assessore all'Urbanistica Vito Giacino: «Ci saremmo dovuti incontrare la settimana scorsa al Polo Zanotto. Era tutto pronto. All'ultimo minuto, ci è stato revocato il permesso per l'uso dell'aula e Giacino ha comunicato la sua impossibilità a partecipare a causa di impegni», spiega Giorgio Massignan di Italia Nostra, affiancato da Averardo Amadio del Wwf, Lorenzo Albi di Legambiente e Mario Spezia de Il Carpino, insieme a Francesca Bragaia del Comitato Passalacqua.
Primo punto, gli alberi: il complesso della Passalacqua ne ospita circa 500, di cui molti vetusti e ad alto fusto. «Almeno 180 piante verranno abbattute e l'accordo tra Comune e ditte vincitrici dell'appalto, infatti, non prevede alcun vincolo per la loro salvaguardia», dice Massignan.
Sotto accusa c'è anche la scelta del Comune di vendere parte dell'area della Passalacqua. «Cosa c'entrano 300 appartamenti nuovi in Veronetta, quartiere che ha già centinaia di abitazioni vuote e in degrado? Sarebbe stato meglio proporre agevolazioni per la ristrutturazione del già costruito», dicono gli ambientalisti. «Non ci piace questa urbanistica fatta insieme ai privati, i quali puntano al ritorno economico, spesso non compatibile con l'interesse della collettività». E secondo Michele Marcolongo del Pd, le case sono già in vendita su Internet.
Infine i responsabili delle associazioni dicono che lo Spisal avrebbe compiuto indagini sulle macerie dei capannoni militari demoliti. Forse c'è il pericolo di presenza di amianto.L.CO.

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