martedì 21 giugno 2011

Il Sole 24 ore - Viaggi 24 a Veronetta

Speciale Lirica d'estate 2011
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Nell'attesa dell'inizio dello spettacolo, alle 21 o alle 21.15 (a seconda del cartellone), l'intera giornata va giustamente dedicata a quella che, un tempo, si chiamava Veronetta. Con un accento di disprezzo tutto racchiuso nel diminutivo. Colpa di Napoleone che la soprannominò così all'indomani del trattato franco-austriaco, quando la città venne divisa tra le due potenze: la parte sulla riva destra dell'Adige ai francesi, quella a sinistra agli austriaci, in mezzo il confine. Eppure quel pezzo di città stretto tra le mura scaligere, il lungofiume e Colle San Pietro, trascurato dai turisti e diventato negli anni recenti il cuore multietnico della città, custodisce alcuni tesori artistici veronesi.

Già Ponte Pietra, che collega Veronetta al centro, è un piccolo capolavoro: costruito nel punto in cui la corrente è più forte, offre una splendida vista. E vanta una storia singolare: le sue cinque arcate in mattoni rossi e marmo erette dai Romani nel I secolo a.C., distrutte dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, furono ricostruite con i pezzi originali ripescati nel fiume. A pochi passi, si erge la Chiesa di Santo Stefano, una delle basiliche paleocristiane più antiche di Verona. Qualche metro più in là si staglia la cupola del Monastero benedettino di San Giorgio in Braida, disegnata da Michele Sanmicheli. Dentro la chiesa si possono ammirare il Martirio di san Giorgio di Paolo Veronese e il Battesimo di Cristo del Tintoretto. Sempre sul Lungadige c'è il Teatro Romano costruito nel I secolo d.C. e riportato alla luce nel XIX. Un ascensore porta dalla loggia del Teatro al Museo Archeologico, nell'ex convento di San Girolamo, dove si ammirano mosaici del II e III secolo d.C., terrecotte greche e romane e bronzetti etruschi. Molto più insoliti gli oggetti in mostra al Ma - Museo Africano di Veronetta: maschere della Costa d'Avorio, statuette votive della Nigeria, del Ghana e del Mali, troni e scettri del Congo. Poco lontano, la mole di Palazzo Giusti nasconde uno dei più bei giardini all'italiana tardo-rinascimentali.
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