domenica 6 marzo 2011

Passalacqua e Santa Marta: articolo storico sull'acquisizione da parte del Comune di Verona


Tratto da: Pagine di Difesa, 6 dicembre 2007

Il 6 dicembre (2007) il sindaco di Verona Flavio Tosi ha ricevuto dal generale Bruno Iob comandante delle forze operative terrestri (Comfoter) il Tricolore ammainato per l’ultima volta nella caserma Passalacqua. La consegna è avvenuta al termine di una breve cerimonia che ha sancito il passaggio dell’infrastruttura dal demanio militare all’amministrazione civica. La futura destinazione d’uso interesserà l’università di Verona che mira a trasformare gli ampi spazi disponibili in un moderno campus, ma il sindaco non esclude ricadute positive anche per il vicino quartiere di Veronetta.

Era schierata una compagnia di formazione del reparto comando del Comfoter, ultima unità a essere ospitata nella Passalacqua; il comandante del reparto – tenente colonnello Roberto Fanigliulo - ha ricordato nel suo intervento la storia della caserma che risale al IV secolo d.C. quando i Romani destinarono l’area a uso militare chiamandola Campo Marzo. In epoca medievale, con la costruzione delle mura, la parte del sedime interna alla cinta venne chiamata Campo Fiore.

L’uso militare dell’area e delle infrastrutture divenne intensivo in epoca risorgimentale e continuò fino al secondo dopoguerra. Tra le unità ospitate in epoca più recente vanno ricordati il 9° reggimento artiglieria pesante campale Rovigo, il 13° gruppo acquisizione obiettivi Aquileia e il reparto di supporto psicologico Monte Grappa. Si trattava di unità specialistiche, uniche per la loro configurazione in tutto l’esercito italiano. Dopo gli scioglimenti che avevano coinvolto queste unità, la Passalacqua per breve tempo rimase vuota; con la decisione di costituire il Comfoter a Verona nel 1997, la caserma venne utilizzata a partire dai primi mesi dell’anno successivo per dare l’avvio al nuovo comando.

Nel 2001 gli uffici del Comfoter si trasferivano in un’altra caserma e alla Passalacqua rimaneva solo il reparto comando con funzioni di supporto logistico e amministrativo. Contestualmente iniziavano le trattative formali con il Comune di Verona per la cessione dell’immobile; se ne parlava già da tempo, in alcune occasioni anche sui media nazionali e con qualche accento polemico. Dopo sei anni, che il generale Iob con fair play ha definito nel suo intervento “un tempo relativamente breve”, la Passalacqua passa al Comune e il reparto comando avrà una nuova sede.

Il sindaco di Verona ha ringraziato i militari per avere mantenuto con cura il patrimonio di cui ora la città e l’università potranno disporre. Il generale Iob ha sottolineato l’impegno posto per la conservazione della Passalacqua anche nei momenti in cui le risorse erano scarse e l’interesse per il comando veniva meno. Ha concluso con una richiesta rivolta sia al sindaco sia al magnifico rettore dell’università: resti in qualche luogo dell’infrastruttura e nella forma che gli attuali titolari riterranno opportuna una testimonianza che ricordi il sacrificio del tenente Ugo Passalacqua del 31° reggimento carri caduto a Klisura sul fronte greco nel gennaio 1941, medaglia d’oro al valor militare.

”Comandante di compagnia carri durante una fase cruenta dell’azione, mancatogli il collegamento con un plotone spinto in rischiosissima missione nelle linee nemiche, volontariamente ed arditamente si lanciava col suo carro nel cimento per rendersi conto della situazione. Mentre riusciva ad avvistare i carri già colpiti ed immobilizzati, veniva raggiunto da granata avversaria che squarciava la corazza, gli spezzava e maciullava le gambe, feriva il pilota ed altro uomo dell’equipaggio. In così gravi condizioni, incitando il pilota, tenace ed incurante del dolore, persisteva nel compito e si svincolava dal martellamento nemico, solo dopo essersi reso preciso conto della sorte toccata agli altri carri. Riuscito dopo sovrumani sforzi a rientrare nelle nostre linee, estremamente indebolito per il sangue perduto, accettava le cure solo dopo gli altri uomini dell’equipaggio. Durante la dolorosissima medicazione, calmo, riferiva sull’esito della missione; nell’attesa dell’ambulanza dava l’addio ai carristi che lo circondavano, incitandoli a durare, e nel luogo di cura, benché conscio della fine, volgeva costantemente il pensiero al suo reparto e non manifestava altro dolore che quello di non poterlo più guidare alla vittoria. Altre volte decorato e ferito. Fulgido esempio di elevate virtù militari e di indomito valore. Klisura (Fronte greco), 26-27 gennaio 1941”.

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