Giusto in tempo per l'avvio della campagna elettorale, "inaugurato" oggi il nuovo servizio di "bike sharing" (condivisione della bicicletta) a Verona.
A detta della giunta Tosi, un "servizio assolutamente innovativo per la città di Verona" (Sboarina).
Tante (250!) belle (grigie) bici nuove fiammanti pronte per farsi pedalare...dove?
Per chi ha un po' di memoria e di attenzione, questa iniziativa suona in realtà come qualcosa di "già sentito"... ricordate il 2004, con Zanotto sindaco: Verona venne dotata di una quarantina di bici gialle con tanto di rastrelliera dedicata e chiave personalizzata... si chiamava "C'entro in bici" (
vedere qui) e faceva parte di una rete di servizi di "bike sharing" nazionale.
A quanto pare non fu un grande successo, le bici piano piano sparirono dalla circolazione... chissà dove?
Insomma, tanto innovativo non è questo nuovo Verona Bike in salsa Tosi.
Cosa avrebbe di diverso rispetto al poco felice sistema zanottiano?
Forse prima di continuare a spendere soldi pubblici - ora sono molte più bici e molto più tecnologiche - per iniziative di facciata sarebbe bene analizzare le cause del precedente fallimento.
Del resto ai Veronesi non mancano i soldi per una comoda bicicletta privata ed i turisti difficilmente vorranno fare la complicata registrazione al servizio tramite carta di credito... il centro di Verona si visita tranquillamente e piacevolmente a piedi, o sbaglio?
Ma soprattutto...
Verona è una città a misura di bicicletta? Ci sono piste ciclabili dove poterle usare queste belle bici tutte nuove? Esiste una cultura della bicicletta ed un rispetto per il ciclista (utente debole e virtuoso della strada)?
In questa direzione mi sento di dire che si è fatto troppo poco...
Nel censimento delle piste ciclabili (
vedere qui) a Verona si contano anche le corsie preferenziali degli autobus!!!
Un altro appunto: questo bike sharing non è certo un'invenzione Veronese... è nato a Copenhagen (dove le piste ciclabili sono più delle strade e le biciclette più delle auto) nel 1995 e uno dei principi fondanti è che è gratis...(lo provai personalmente nel 1996, funzionava come il carrello al supermercato).
Da noi invece per essere ecologisti bisogna anche pagare... oltre che poi essere costretti a condividere la strada con le auto e rischiare la vita.
Auguro molta fortuna a questa nuova iniziativa, ma ancora più fortuna auguro a tutti i coraggiosi ciclisti che pedalano per Verona nonostante queste iniziative "di facciata".
EmmeG
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