sabato 31 marzo 2012

Verona: pesce d'aprile tutto l'anno

Tratto da: www.infoverona.it
Pesce d'aprile tutto l'anno
1° aprile: le guide turistiche regalano un tour ai politici alla scoperta della Verona turistica da loro stessi concepita nell’ultimo ventennio.

Ritrovo in corso Porta Nuova all'ex bar Borsa, al "Centro di Accoglienza Turistica" che secondo l'assessore Francesca Tamellini (2003, giunta Zanotto), sarebbe stato "pronto nel 2005".
Trasferimento all'ex Macello, presso il secondo e mai aperto "Centro di Accoglienza Turisti”, ristrutturato negli anni '90 con fondi pubblici per il Giubileo del 2000, ma in stand by da 12 anni. Se ne aspetta altri 13 sarà pronto per il Giubileo del 2025.
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mercoledì 28 marzo 2012

Sondaggio sulle elezioni: cosa vorreste per Veronetta?

In alto a sinistra del blog trovate un sondaggio su quali aspetti del quartiere vorreste mettere in evidenza nella campagna elettorale per l'elezione del sindaco 2012.
Chi ritenga che manchi qualcosa può suggerire nuovi temi con un commento.

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martedì 20 marzo 2012

Parco Alto San Nazaro, apertura in estate (nuove foto)

Fonte: L'Arena.it del 20/03/2012
VERONETTA. Il vicesindaco risponde alle critiche del consigliere del Pd in prima circoscrizione Dusi
Giacino: «Abbiamo fatto progetti che la passata amministrazione non aveva nemmeno previsto»

Una piattaforma pavimentata coperta e attrezzata di circa cento metri quadri a disposizione delle famiglie per pic-nic con tanto di angolo barbecue e fontana. È così che verrà vissuto il parco di Alto San Nazaro. Il progetto è già al vaglio della Soprintendenza. Ottenuto parere positivo, la costruzione, che troverà posto nella zona vicino al parcheggio che separa l'ultima delle palazzine ristrutturate con l'area verde, verrà realizzata in breve tempo. Con tutta probabilità per l'estate il parco dovrebbe essere pronto e aperto al pubblico. «Al momento abbiamo provveduto alla semina dell'erba, alla piantumazione di alberi e arbusti e alla posa di otto panchine: operazioni che ci sono costate quasi centomila euro. Si tratta di fondi che, come i cinquantamila della piattaforma, abbiamo reperito dal Piru del cinema Astra, perché nel piano ereditato dalla passata amministrazione niente di tutto questo era stato previsto». Il vicesindaco Vito Giacino, con delega all'urbanistica risponde così alle critiche del consigliere Pd in prima circoscrizione Franco Dusi sulla questione Alto San Nazaro. La palazzina servizi in cemento? «Non c'è e non ci sarà perché non ne è mai esistito nemmeno il progetto». E, pur riconoscendo le criticità di scalone XVI Ottobre e del manto stradale di salita San Sepolcro, Giacino spiega che, non essendoci nel progetto e nella convenzione stipulata con i privati, il Comune, almeno per ora, non ha ulteriori fondi da investire. «Su Alto San Nazaro era stato approvato un piano di recupero nel '98, poi revocato nel 2002 dall'amministrazione Zanotto che ne ha redatto un altro approvato dal Consiglio comunale nel 2005, che è lo stesso che noi abbiamo attuato dal 2008». Nel piano è stato escluso dal progetto l'edificio a stecca, ad oggi ancora fatiscente. «Abbiamo ereditato il parco, 14mila metri quadri, senza un euro da poterci spendere». Inoltre, i sottoservizi di cui si parla si limitano a illuminazione e gas, rete fognaria e idrica, spazi di sosta e marciapiede solo nelle aree dove sono effettivamente stati realizzati. Nulla più. «Solo un accordo con la ditta stipulato nel 2011 ci ha permesso di ottenere gli impianti di irrigazione e di illuminazione dell'area verde che altrimenti sarebbe stata anche buia e arida, oltre che deserta», replica il vicesindaco che apre alla possibilità di un'area cani. Quanto ai problemi di smaltimento delle acque e degli smottamenti, denunciati dai residenti, risponde: «Stiamo monitorando la situazione ma non ci sono più arrivate segnalazioni».I.N.

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lunedì 19 marzo 2012

Veronetta nei programmi elettorali: 2007

In vista delle prossime elezioni e dell'arrivo dei nuovi programmi elettorali, ecco estratti dal programma del sindaco in carica (Tosi) i punti riferiti a Veronetta.
Qui il documento integrale:Programma Elettorale Tosi 2007.
Questi possono essere nuovi spunti di riflessione su quanto fatto e quanto di nuovo da fare.

Pag.14:"Deve essere eliminata la sosta a pagamento per i residenti e gli studenti universitari a San Bernardino e a Veronetta."

Pag.15:"CASERME PASSALACQUA E SANTA MARTA
Deve essere aperto un tavolo di discussione con l’Università ed le altre istituzioni coinvolte per concordare un piano di intervento concreto e rapido su tali aree, il più condiviso possibile con il quartiere e la città, al fine di creare servizi e spazi per l’Università, per gli studenti, per i residenti di Veronetta e per i veronesi."

Pag.17:"Ordine Pubblico [...]migliorare l’organizzazione e la dislocazione della Polizia Municipale, specialmente nelle zone più a rischio (Veronetta, Pradaval, Stazione, Via Mazzini, periferie ecc.);"
[...]
il recupero di Veronetta: Il degrado raggiunto da questo quartiere negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti; questa zona deve essere riqualificata attraverso un’azione specifica guidata da una figura che si occupi di questo compito ed individuata fra i componenti della Giunta con una delega specifica dedicata alle problematiche del quartiere e delle altre zone a rischio come le periferie, stazione, Pradaval, centro storico ecc.

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Ponte Aleardi, nuova viabilità

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Verona, 19/03/2012

Il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Vito Giacino e l’assessore alla Mobilità Enrico Corsi hanno presentato oggi la nuova soluzione viabilistica prevista per lo snodo di Ponte Aleardi. Il progetto, che verrà realizzato in parallelo ai lavori di costruzione del parcheggio dell’ex Gasometro e sarà quindi terminato nel giugno 2013, prevede la creazione di un anello circonvallatorio con l’eliminazione di tutti i semafori, che eviterà gli incolonnamenti di auto oggi presenti all’incrocio fra via Torbido, ponte Aleardi, lungadige Galtarossa. Lo studio di nuova viabilità, realizzato dalla società Infratec di Verona, modifica la soluzione indicata nel Piano di riqualificazione delle ex Cartiere del 2009, che prevedeva la realizzazione di una rotonda in prossimità di ponte Aleardi. La nuova soluzione prevede invece lo spostamento della rotatoria in prossimità dell’incrocio fra via Torbido e viale dell’Università, la chiusura del primo tratto di via Torbido in uscita dalla città (che verrà inglobato nei giardini esistenti, che saranno quindi riqualificati), la pedonalizzazione di viale del Cimitero e l’allargamento a tre corsie di via Campo Marzo.
“Il progetto di riqualificazione delle ex Cartiere –spiega Giacino- ha dato il via allo studio di una viabilità di sistema, che porterà a risolvere molte delle criticità attuali ai principali snodi viabilistici cittadini, da Breccia Cappuccini all’incrocio via Tombetta-Basso Acquar, alla zona di ponte Aleardi. Questa nuova soluzione permetterà di rendere più scorrevole la viabilità attuale, anche in previsione dei nuovi attrattori di traffico che si creeranno con la realizzazione del nuovo parcheggio all’ex Gasometro e con la riqualificazione dell’ex Caserma Passalacqua”.
“Questa soluzione ad anello circonvallatorio in senso antiorario –spiega Corsi- consente l’eliminazione dei semafori, attualmente causa degli incolonnamenti di auto che si creano nella zona, in particolare nelle ore di punta. Con questo nuovo progetto, chi proviene dal centro attraverso ponte Aleardi dovrà svoltare a destra, percorrere via Campo Marzo, passare davanti al Cimitero Monumentale e, attraverso la nuova rotatoria, immettersi su via Torbido per la direzione est oppure immettersi su via Torbido- direzione centro città per raggiungere Borgo Trento. Chi proviene da Borgo Venezia, invece, dopo la rotatoria potrà svoltare a destra in direzione Borgo Trento oppure, sempre senza incontrare semafori, girare a sinistra verso ponte Aleardi o verso lungadige Galtarossa”.

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Alto San Nazaro, lavoro a metà

Fonte: L'Arena.it del 19/03/2012
LUOGHI RITROVATI. Il complesso sopra Veronetta verso il recupero. Ma una parte è ancora fatiscente e non c'è il parco. Ristrutturati cinque dei sei edifici abbandonati, trasformati in eleganti appartamenti. Però sono in ritardo le opere di urbanizzazione. E salita XVI Ottobre cade a pezzi

Fino a qualche anno fa era solo degrado e sporcizia, case fatiscenti e pericolanti, rifugio per senzatetto e sbandati. Oggi Alto San Nazaro è rinato. Cinque dei sei edifici abbandonati sono stati ristrutturati e ora ospitano eleganti appartamenti, una privata «finestra sulla città», come recita lo slogan della ditta che ha realizzato i lavori.
Ma all'appello manca ancora molto, soprattutto di quanto si aspettavano i cittadini di Veronetta. «A cominciare dal parco pubblico», denuncia il Pd per bocca del consigliere della prima circoscrizione Franco Dusi. «Nonostante molti appartamenti siano già abitati da quasi un anno, il parco è ancora chiuso. Negli ultimi 12 mesi i lavori sono rimasti fermi, eccezione fatta per la piantumazione di qualche albero che impiegherà anni a diventare grande e far ombra. E, quel che è più grave, non c'è traccia della palazzina che il Comune avrebbe dovuto realizzare al suo interno per ospitare vari servizi tra cui quello di controllo dell'area verde ma anche un punto di ristoro e i bagni. Non c'è nessun progetto. Metteranno un prefabbricato e verrà inaugurato poco prima delle elezioni. Ma poi la realtà sarà di abbandono: i patti erano altri e la riqualificazione di Veronetta doveva passare anche da questo parco».
Il parco, teme il Pd, rischia insomma di diventare l'ennesimo spazio verde non funzionale e quindi non frequentato dai cittadini del quartiere che invece lo richiederebbero a gran voce. Nessuna traccia nemmeno di un'area cani, «che manca in tutta la zona e gli effetti si vedono lungo i marciapiede». E del percorso sensoriale per non vedenti, che nelle intenzioni avrebbe dovuto proseguire dal parco di Salita San Sepolcro fino a quello di Alto San Nazaro, delle giostrine per i bimbi.
I nodi di Alto San Nazaro non riguardano solo il parco. La palazzina a stecca è ancora fatiscente. Lì i lavori devono ancora iniziare. Sono previsti appartamenti lussuosi di 200 metri quadri ciascuno. Ma al momento sta cadendo a pezzi, soffocata dalle erbacce e dalla sporcizia che si accumula e non viene rimossa; bottiglie, vetri rotti, lattine, cartacce.
Nota dolente è anche Scalone XVI Ottobre, che collega San Nazaro alla parte alta. Sporcizia e incuria a parte, i cardini di ferro che tengono ancorata la ringhiera alla pietra degli scalini sono sollevati in più punti. E gli stessi gradini verso la metà della scala sono spostati e sollevati. «Il terreno qui è instabile, e complici le vibrazioni provocate dal cantiere ha ceduto con alcuno smottamenti. E la scala ha riportato danni evidenti», denuncia Dusi.
«E le opere di urbanizzazione di cui si è tanto discusso? Tabula rasa. La strada che da Salita San Sepolcro porta ai nuovi appartamenti, che sarà sempre più frequentata man mano che le case verranno abitate, è ridotta malissimo e non è stata sistemata. Per non parlare dei problemi relativi allo scolo delle acque. Quelle raccolte qui andranno ad intasare ancora di più il collettore di Veronetta che è già sottodimensionato rispetto alle esigenze ed infatti crea problemi ogni volta che piove», conclude Dusi.
Ilaria Noro

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domenica 18 marzo 2012

Nei segreti del bastione delle Maddalene

Fonte: L'Arena.it del 18/03/2012
Nei segreti del bastione delle Maddalene
L'ITINERARIO. Il tratto di fortificazione in prossimità di Porta Vescovo è uno dei più particolari della cinta: nel XVI secolo fu il prototipo della tipologia pentagonale
Quest'area racchiude tre epoche storiche: il Medioevo scaligero, la dominazione veneziana e la ricostruzione austriaca
Oggi gli automobilisti che sfrecciano a tutta velocità lungo via Torbido lo degnano forse di un'occhiata distratta ma il bastione delle Maddalene, a due passi da Porta Vescovo, è uno straordinario esempio di architettura militare che racchiude in sè tre epoche storiche: il medioevo scaligero, con Antonio Della Scala che nel 1280 delimita con nuove fortificazioni l'ambito di Campo Marzio, la repubblica veneta che nel 1527 costruisce il bastione delle Maddalene con un intervento innovativo grazie a Francesco Maria Della Rovere, governatore dell'Armata veneta, e la ricostruzione austriaca del 1838-40 con l'ingegnere militare Franz Von Scholl. In questa visita ci accompagnano l'architetto Lino Vittorio Bozzetto, uno dei più grandi esperti a livello nazionale ed europeo di fortificazioni e architettura militare, Carlo Furlan, coordinatore della collana «Un parco da vivere» e del testo sui sotterranei delle mura magistrali, l'architetto Silvia Maretti dello studio Policante che ha firmato il progetto per il futuro parco pubblico che sorgerà qui, e il geometra Giuseppe Bucchi responsabile del cantiere di Santa Marta. SI ENTRA nell'ex parcheggio della Santa Marta, ora chiuso per il cantiere per i restauri dell'ex caserma, della provianda e per la realizzazione di un nuovo edificio. Attraversato l'anonimo piazzale e dando le spalle alla caserma, arriviamo sul fronte di gola del bastione dove si nota la rampa di accesso interrata. Questo bastione, che prende il nome dalla vicinanza con l'ex convento delle Maddalene, spiega l'architetto Bozzetto, «rappresenta il prototipo della fortificazione bastionata. Nel 1500 i Veneziani costruivano le rondelle ma nel 1527, qui, realizzano il primo bastione pentagonale della storia. In passato il progetto era stato attribuito a Sanmicheli. In realtà fu costruito quattro anni prima che la Serenissima desse incarico al nostro grande architetto di realizzare le sue fortificazioni». È costituito da opere murarie e di terra, cioè mura e terrapieno con delle casematte d'artigieria nei fianchi mentre a livello superiore si trovano delle postazioni d'artiglieria a cielo aperto che verranno poi coperte dagli Austriaci. SI SCENDE dalla casamatta superiore di destra il cui accesso è un portale trilitico, cioè fatto con tre monoliti di pietra, «un modo copiato dall'antichità micenea», precisa Bozzetto. Ci troviamo in un ampio e bellissimo locale con i muri alti, in parte realizzati con l'ormai noto opus poligonale, e con il soffitto con le volte a botte a sezione conica. Un'ampia apertura sulla parete ci ricorda che qui era posizionato uno dei cannoni per il tiro di fiancheggiamento in senso parallelo alla cortina. Su una parte spiccano due nomi scavati nella pietra gallina, la pietra di Avesa, qui abbondantemente utilizzata, «Matteo» e «Davide». La data è il 1941. Perchè anche questo luogo, come molti altri che abbiamo già incontrato, fu usato come rifugio nella seconda guerra mondiale. PROCEDIAMO nella seconda casamatta gemella inferiore scendendo per 25 scalini. Sul soffitto un'elegante apertura semicircolare serviva a smaltire i fumi delle cannonate. Questa parte del bastione, danneggiato dai bombardamenti dell'ultima guerra, venne restaurato su progetto dello scomparso architetto Luciano Giavoni. Passando dalla poterna, il passaggio tra i due fianchi del bastione, si nota l'accesso alle polveriere gemelle, che servivano da deposito per la polvere nera da sparo. In ogni locale ne venivano depositati 70 quintali. Sul soffitto sono appese vecchissime lampade risalenti forse alla prima guerra mondiale. Entriamo in un ampio vestibolo dotato di prese d'aria. C'è anche un doccione, un'elegante canaletta che drena l'acqua dal tetto della polveriera e la scarica in una bacinella di pietra. Proseguiamo ed entriamo nella casamatta di sinistra, la cui volta è parzialmente lesionata ma che nulla toglie al fascino di questi austeri locali rimasti intatti da cinque secoli. LA GALLERIA di contromina, cioè quel cunicolo scavato dai soldati minatori nel XVI secolo per scoprire se eventuali assalitori stessero a loro volta scavando gallerie per far saltare le torri difensive, è l'ultima parte di questa visita e va fatta con le torce elettriche perchè non c'è illuminazione. Va detto che questa è la prima costruita a Verona, precisa l'architetto Bozzetto, «prima ancora di quelle progettate da Sanmicheli il quale si ispirerà proprio a questa». Il percorso è in discesa: siamo in cunicolo largo un metro e mezzo e alto circa uno e 70. Ad un certo punto ci si deve abbassare perchè c'è un abbssamento del soffitto. Il muro qui è spesso sei metri e si notano gli sfiatatoi inclinati laterali (unici nel loro genere perchè altrove sono posti sul soffitto) per il ricambio d'aria. Percorsi 150 metri ci troviamo a un punto cieco. Da qui si torna indietro e si ripercorre la galleria fino all'uscita, dove campeggia la scritta NXXIV, la ventiquattresima opera.7-continua
Elena Cardinali

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sabato 17 marzo 2012

Veronetta e il Traforo

E' in consegna in questi giorni nelle case dei Veronesi un opuscolo promosso da chi il traforo delle Torricelle lo deve costruire, che lo descrive come "l'opera che migliorerà Verona" ed in particolare che "sposta fuori dal centro gran parte del traffico di attraversamento, assicurando ai cittadini una maggiore libertà di movimento entro le mura della città e sgravandone soprattutto i quartieri di Borgo Trento e Veronetta".

Disputandum est.

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sabato 10 marzo 2012

Verona Bike Sharing nuovo e il vecchio C'entro in bici


Giusto in tempo per l'avvio della campagna elettorale, "inaugurato" oggi il nuovo servizio di "bike sharing" (condivisione della bicicletta) a Verona.
A detta della giunta Tosi, un "servizio assolutamente innovativo per la città di Verona" (Sboarina).
Tante (250!) belle (grigie) bici nuove fiammanti pronte per farsi pedalare...dove?

Per chi ha un po' di memoria e di attenzione, questa iniziativa suona in realtà come qualcosa di "già sentito"... ricordate il 2004, con Zanotto sindaco: Verona venne dotata di una quarantina di bici gialle con tanto di rastrelliera dedicata e chiave personalizzata... si chiamava "C'entro in bici" (vedere qui) e faceva parte di una rete di servizi di "bike sharing" nazionale.
A quanto pare non fu un grande successo, le bici piano piano sparirono dalla circolazione... chissà dove?

Insomma, tanto innovativo non è questo nuovo Verona Bike in salsa Tosi.
Cosa avrebbe di diverso rispetto al poco felice sistema zanottiano?

Forse prima di continuare a spendere soldi pubblici - ora sono molte più bici e molto più tecnologiche - per iniziative di facciata sarebbe bene analizzare le cause del precedente fallimento.
Del resto ai Veronesi non mancano i soldi per una comoda bicicletta privata ed i turisti difficilmente vorranno fare la complicata registrazione al servizio tramite carta di credito... il centro di Verona si visita tranquillamente e piacevolmente a piedi, o sbaglio?

Ma soprattutto...
Verona è una città a misura di bicicletta? Ci sono piste ciclabili dove poterle usare queste belle bici tutte nuove? Esiste una cultura della bicicletta ed un rispetto per il ciclista (utente debole e virtuoso della strada)?
In questa direzione mi sento di dire che si è fatto troppo poco...
Nel censimento delle piste ciclabili (vedere qui) a Verona si contano anche le corsie preferenziali degli autobus!!!

Un altro appunto: questo bike sharing non è certo un'invenzione Veronese... è nato a Copenhagen (dove le piste ciclabili sono più delle strade e le biciclette più delle auto) nel 1995 e uno dei principi fondanti è che è gratis...(lo provai personalmente nel 1996, funzionava come il carrello al supermercato).
Da noi invece per essere ecologisti bisogna anche pagare... oltre che poi essere costretti a condividere la strada con le auto e rischiare la vita.

Auguro molta fortuna a questa nuova iniziativa, ma ancora più fortuna auguro a tutti i coraggiosi ciclisti che pedalano per Verona nonostante queste iniziative "di facciata".

EmmeG

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