martedì 15 ottobre 2013

Veronetta: l'immagine e la sostanza

Sicura sì, sicura no. Su Veronetta ora tutti vogliono dire la loro (e anch’io): ha cominciato la televisione di Stato con un servizio un po’ terroristico, poi una Commissione alla sicurezza locale che tentenna e coglie la palla al balzo per portare a conoscenza le difficoltà a lavorare… e allora ecco il fronte della politica locale “di governo” che ridimensiona tutto, nessun problema, nessuna emergenza, tutto bene… i controlli recenti lo dimostrano, nulla di irregolare…
Eppure la cronaca dell’ultimo mese a Veronetta parla di qualcosa che forse non va (droga nei negozi e nei giardini, arresti, retate…), ma paradossalmente lo Polizia dice che dopo i gli interventi ora è tutto a posto… e per fortuna! Forse non è diverso da altre zone della città, eppure nell’immaginario dei Veronesi (ma non solo…) Veronetta è la zona degradata del centro.
Veronetta sembrerebbe condannata ad essere o vittima di stereotipo (anche chi non la conosce sa che è sicuramente una brutta zona) o di strumentalizzazione politica ed ideologica: c’è chi dice che grazie ai controlli (che sarebbero stati intensificati rispetto ad un tempo…) ora è tutto a posto, altri che criticano i troppi controlli e la politica del terrore e delle ronde con l’esercito…
Ci sono poi quelli che hanno il dente avvelenato per le nuove costruzioni “di lusso” (anche se a me l’edilizia sovvenzionata e convenzionata, housing sociale non sembrano di lusso): come se a Veronetta non fosse concesso costruire qualcosa di nuovo, di bello, di moderno (restando sempre nei limiti imposti dal paesaggio del centro storico), come se a Veronetta dovessimo tutti vivere in case vecchie e scomode, non ristrutturate, che di certo non invogliano i Veronesi a tornare a viverci. Come se Veronetta non potesse trarre giovamento da una riqualificazione – con edifici nuovi ed antichi, ma ristrutturati e riqualificati – in modo da diventare un quartiere attraente anche per altre tipologie di residenti.
Al momento Veronetta è popolata per lo più da studenti, stranieri ed anziani Veronesi che hanno vissuto tutta la vita qui e non se la sentono di andarsene. Si fatica a trovare giovani famiglie Italiane.
Veronetta è "il quartiere degli stranieri".
Quando si dice che Veronetta potrebbe diventare un esempio di integrazione, un laboratorio culturale che sia un modello di rispetto e conoscenza reciproca di valori e tradizioni, non viene sottolineato un problema: in questo progetto mancano i Veronesi.
Come possiamo integrarci con gli stranieri se non ci sono Veronesi? Forse Veronetta può diventare un centro di integrazione tra diversi tipi di stranieri: far convivere Cinesi, Senegalesi, Pachistani, Srilankesi, Rumeni, Ukraini, Marocchini etc. potrebbe non essere così semplice come sembra - sono tutti caratterizzati dall’essere “stranieri”, ma le loro culture sono profondamente diverse. Forse questa integrazione in parte già c’è, ma la mia impressione è che si possa fare ancora qualcosa anche in questo senso…
Eppure la vera integrazione con la città si avrà quando ci saranno anche i Veronesi, come accade in tutti gli altri quartieri della città.
Il fatto che Veronetta sia frequentata da una percentuale molto alta di popolazione “di passaggio” quali stranieri (che in tempo di crisi fanno ancora più fatica a radicarsi) o studenti può essere una risorsa, ma un quartiere ha bisogno anche di una popolazione residente stabile che porti avanti progetti di lungo periodo con energia, sviluppando esigenze diverse che possano trovare risposte localmente.
Lo stato di abbandono di alcune zone del quartiere parla di questa precarietà: chi guarda la propria strada con l’orizzonte di qualche mese o al più qualche anno sarà meno invogliato a migliorarla, investirci per lasciare qualcosa di migliore ai propri figli: i propri figli li sogna altrove.
Pertanto, la questione non è se per sentirsi sicuri a Veronetta bisogna essere maschi, grandi e grossi o se anche una donna sola può camminare la sera. Dire “Io non ho paura” non basta; bisogna poter dire “Non c’è nulla di cui aver paura”.
Per tornare agli esempi fatti in altri commenti, ciò che conta è che se qualcuno fischia ad una bella ragazza non si crei intorno a lui un ambiente per cui quello si senta giustificato ad insistere se i suoi apprezzamenti non sono graditi: questo vale sia per gli Italiani che per gli stranieri. Ora, qualcuno sostiene che a Veronetta – o meglio in una zona precisa verso porta Vescovo – questo rischio ci sia. Invito tutti – Italiani e stranieri – ad andare a vedere e verificare se questo sia vero… più gente ci sarà per le strade più sicurezza e più possibilità di integrazione ci saranno.
Invito anche chi ha responsabilità di prendere decisioni – a qualsiasi livello, dal Comune alla Circoscrizione fino alle associazioni – a favorire questa vitalità positiva del quartiere.
Allora Veronetta potrà tornare ad essere la vera nuova Verona.
M.Righetti

2 commenti:

  1. Concordo in pieno con M.Righetti.
    Sono un abitante di Veronetta dal 2008. C'è tanta ipocrisia in tutto questo ed è tutto falso, falsi i servizi televisivi, falsi gli autori che non approfondiscono e sentono sempre solo una "campana", falsi i politici locali. Continuate pure così, cari politici, continuate a sparare contro i cittadini di Veronetta, continuate a sostenere che è il bronks di Verona.
    Ma sapete cos'è l'integrazione? Ma avete un briciolo ancora di intelligenza per capire che quello che state sostenendo e quello a cui vi state sottraendo è indice di grande debolezza? Indice di grande degrado mentale. I cittadini di Veronetta sono composti da residenti veronesi, residenti pakistani, marocchini, cingalesi, cinesi, in più da studenti, da turisti che popolano diversi B&B, insomma una varietà invidiabile di culture. Si dovrebbe sostenere esattamente il contrario e non fare terrorismo fine a se stesso. Certo qualche problema c'è, ma facciamo un giro anche negli altri quartieri di Verona e poi confrontiamoci. La signora anziana finita in ospedale e derubata dove si trovava? A Veronetta o in Borgo Trento? Allora se uno fosse onesto intellettualmente dovrebbe sostenere che in Borgo Trento non si può passeggiare perchè le persone più deboli sono prese di mira. Corretto? Facciamo un bel servizio anche su questo quartiere? Non credo sia la strada giusta, la mia era solo una provocazione, per riportare il giusto equilibrio nelle cose. MN

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  2. Buongiorno,sono Elena Brunelli presidente della Commissione Sicurezza e vedendo i vari commenti vorrei dire come realmente stanno le cose dal mio punto di vista.
    Intanto preciso che ho attività commerciale in Veronetta dal 1976,sicuramente ci sono stati momenti molto più floridi e tranquilli,però se sono ancora qui significa che i cambiamenti avvenuti non mi hanno spaventata per nulla.
    Mi sono candidata a rappresentare questo quartiere,quando ho scoperto che in nome della sicurezza avevano emanato una normativa che IMPEDIVA agli esercizi commerciali di questo quartiere l'apertura dei festivi.
    Come a dire:nel condominio c'è uno spacciatore di droga agli arresti domiciliari e di conseguenza la privazione della libertà si estende a tutti i condomini.
    Questo è stato il motivo che mi ha spinto a guidare la commissione,per dimostrare che non è creando il coprifuoco che si ridà sicurezza ai quartieri.
    Riguardo il titolo che l'Arena ha fatto,che ha fatto intendere che non ci si riunisce per paura,ha detto una grande falsità.
    La dichiarazione è stata la seguente:non tutte le riunioni vengono fatte pubbliche,perché certi argomenti sono piuttosto delicati e vanno ad identificare situazioni non del tutto legali.
    lo dimostrano i fatti riportati giusto in quei giorni,portando alla luce i fatti che sappiamo,o pensate che sia stato solo e tutto merito delle Forze dell'Ordine.
    Elena Brunelli

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