Sorpresa, muro romano all'ex Passalacqua
Fonte: L'Arena.it del 05/10/2013
RITROVAMENTO. Nella zona non c'era alcun sentore che potessero emergere reperti: invece, oltre alle pietre, sono state rinvenute anche ossa di corpi umani. La responsabile della tutela della Sovrintendenza Bruno: «Potrebbe trattarsi di una villa romana o di una necropoli, per capire servono altre indagini»
Lo scavo raggiunge una profondità di un paio di metri, forse qualcosa meno. E dalla terra mossa riaffiorano alcune pietre, poi altre ancora e poi ancora un muro. Un antico muro romano, piuttosto malridotto e sbrecciato, ma ancora compatto. A sorpresa, il cantiere della Passalacqua a Veronetta restituisce alcuni reperti romani su cui, ora, sta lavorando la Soprintendenza. Nella zona, e più specificamente nell'area in cui è stato deciso di edificare, non c'era sentore che potessero emergere dei resti archeologici. Sicuramente non risalenti al periodo romanico. E invece, qualche giorno fa, l'inedito ritrovamento che ha dato un bel po' di lavoro agli archeologi che da quasi un anno sono comunque già operativi nella zona per le normali operazioni di bonifica. A quale tipo di costruzione appartengano le antiche pietre venute alla luce a distanza di così tanto tempo, è ancora presto per saperlo. Da un primo sopralluogo fatto dalla funzionaria responsabile della tutela della Soprintendenza ai beni archeologici, Brunella Bruno, emergono però alcune ipotesi. Che portano ad una villa romana oppure ad una sorta di necropoli. Oltre alle pietre, infatti, sono state rinvenute anche delle ossa. Non scheletri completi ma dei frammenti di resti umani «che per come sono stati rinvenuti potrebbero far pensare proprio ad una o più sepolture», prosegue Bruno, facendo capire che si potrebbe trattare addirittura di un'area funeraria. «Ancora, però, non abbiamo la minima idea di che cosa possa essere e significare ciò che abbiamo trovato: è troppo presto e ci vorranno almeno un paio di settimane per poter essere più precisi. L'epoca, però, quella sì direi che è certa», tiene a precisare Bruno. Tra le altre ipotesi, quella della domus romana. Una casa in un luogo dove, però, nemmeno studiosi e archeologici si aspettavano di trovarne. «Più che di una casa, si tratterebbe in questo caso di una villa. Un'abitazione sub-urbana; costruita cioè fuori dall'area abitata», aggiunge. Ad oggi, gli scavi non permettono di formulare trovare una risposta univoca. E per questo la Soprintendenza ha ordinato un ampliamento della zona di studio. Si tratta di un supplemento d'indagine che però non andrà ad intralciare il lavoro del cantiere e, almeno per il momento, le operazioni di costruzione delle palazzine all'ex caserma Passalacqua - il cui cantiere è unito e complementare a quello dell'ex caserma Santa Marta da cui infatti si accede all'area - potranno proseguire secondo la tabella di marcia programmata. «Non c'è nessun blocco al cantiere. Gli accertamenti che stiamo eseguendo in questi giorni, ad un metro e mezzo, due dal livello della strada, proseguono nell'ambito della normale assistenza archeologica già presente nel cantiere. Ovviamente, si tratterà di usare, soprattutto nei punti ritenuti più delicati, un'attenzione particolare e qualche accorgimento in più», specifica la funzionaria. Quel che è certo, è che si tratta di una vera e propria sopresa. Un ritrovamento inatteso, per certi versi simile a quello che, all'Arco dei Gavi, ha riportato alla luce la domus e il mosaico, a ridosso di Castelvecchio. E tuttavia la vicenda, seppur analoga, presenta delle differenze. «All'Arco dei Gavi non ci aspettavamo nulla perchè precedenti lavori non avevano fatto emergere alcunché. Ma in linea teorica, avevamo ben presente che insediamenti suburbani lungo la via Postumia (l'attuale Corso Cavour, ndr) sarebbero potuti esistere», spiega Bruno. Nella zona di Veronetta, invece, no.
Ilaria Noro
RITROVAMENTO. Nella zona non c'era alcun sentore che potessero emergere reperti: invece, oltre alle pietre, sono state rinvenute anche ossa di corpi umani. La responsabile della tutela della Sovrintendenza Bruno: «Potrebbe trattarsi di una villa romana o di una necropoli, per capire servono altre indagini»
Lo scavo raggiunge una profondità di un paio di metri, forse qualcosa meno. E dalla terra mossa riaffiorano alcune pietre, poi altre ancora e poi ancora un muro. Un antico muro romano, piuttosto malridotto e sbrecciato, ma ancora compatto. A sorpresa, il cantiere della Passalacqua a Veronetta restituisce alcuni reperti romani su cui, ora, sta lavorando la Soprintendenza. Nella zona, e più specificamente nell'area in cui è stato deciso di edificare, non c'era sentore che potessero emergere dei resti archeologici. Sicuramente non risalenti al periodo romanico. E invece, qualche giorno fa, l'inedito ritrovamento che ha dato un bel po' di lavoro agli archeologi che da quasi un anno sono comunque già operativi nella zona per le normali operazioni di bonifica. A quale tipo di costruzione appartengano le antiche pietre venute alla luce a distanza di così tanto tempo, è ancora presto per saperlo. Da un primo sopralluogo fatto dalla funzionaria responsabile della tutela della Soprintendenza ai beni archeologici, Brunella Bruno, emergono però alcune ipotesi. Che portano ad una villa romana oppure ad una sorta di necropoli. Oltre alle pietre, infatti, sono state rinvenute anche delle ossa. Non scheletri completi ma dei frammenti di resti umani «che per come sono stati rinvenuti potrebbero far pensare proprio ad una o più sepolture», prosegue Bruno, facendo capire che si potrebbe trattare addirittura di un'area funeraria. «Ancora, però, non abbiamo la minima idea di che cosa possa essere e significare ciò che abbiamo trovato: è troppo presto e ci vorranno almeno un paio di settimane per poter essere più precisi. L'epoca, però, quella sì direi che è certa», tiene a precisare Bruno. Tra le altre ipotesi, quella della domus romana. Una casa in un luogo dove, però, nemmeno studiosi e archeologici si aspettavano di trovarne. «Più che di una casa, si tratterebbe in questo caso di una villa. Un'abitazione sub-urbana; costruita cioè fuori dall'area abitata», aggiunge. Ad oggi, gli scavi non permettono di formulare trovare una risposta univoca. E per questo la Soprintendenza ha ordinato un ampliamento della zona di studio. Si tratta di un supplemento d'indagine che però non andrà ad intralciare il lavoro del cantiere e, almeno per il momento, le operazioni di costruzione delle palazzine all'ex caserma Passalacqua - il cui cantiere è unito e complementare a quello dell'ex caserma Santa Marta da cui infatti si accede all'area - potranno proseguire secondo la tabella di marcia programmata. «Non c'è nessun blocco al cantiere. Gli accertamenti che stiamo eseguendo in questi giorni, ad un metro e mezzo, due dal livello della strada, proseguono nell'ambito della normale assistenza archeologica già presente nel cantiere. Ovviamente, si tratterà di usare, soprattutto nei punti ritenuti più delicati, un'attenzione particolare e qualche accorgimento in più», specifica la funzionaria. Quel che è certo, è che si tratta di una vera e propria sopresa. Un ritrovamento inatteso, per certi versi simile a quello che, all'Arco dei Gavi, ha riportato alla luce la domus e il mosaico, a ridosso di Castelvecchio. E tuttavia la vicenda, seppur analoga, presenta delle differenze. «All'Arco dei Gavi non ci aspettavamo nulla perchè precedenti lavori non avevano fatto emergere alcunché. Ma in linea teorica, avevamo ben presente che insediamenti suburbani lungo la via Postumia (l'attuale Corso Cavour, ndr) sarebbero potuti esistere», spiega Bruno. Nella zona di Veronetta, invece, no.
Ilaria Noro
Etichette: cantieri, Passalacqua, riqualificazione, storia
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