venerdì 25 gennaio 2013

Filobus o metrobus?


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domenica 20 gennaio 2013

Funicolare e poi il museo: rinasce Castel San Pietro

Fonte: L'Arena.it del 20/01/2013
 Funicolare e poi il museo rinasce Castel San Pietro
SUL COLLE. La Fondazione Cariverona è pronta ad assegnare i lavori per l'impianto di risalita. Che sarà pronto nel 2015
Dall'ex teatro Laboratorio alla stazione a monte, per accedere al complesso espositivo in fase di realizzazione e al parco. Salita di 180 metri, cabine trasparenti panoramiche 


La funicolare di Castel San Pietro si avvicina. Verranno infatti assegnati la settimana entrante i lavori per ripristinare l'antico collegamento da Santo Stefano a Castel San Pietro da parte della Fondazione Cariverona che ha in gestione da parte del Comune l'infrastruttura. Il progetto esecutivo, fanno sapere in Fondazione, è ormai pronto e entro un mese dall'assegnazione lavori potrà essere aperto il cantiere per installare il nuovo ascensore inclinato. Cantiere che resterà aperto per 24 mesi e che prevede due stralci. Per primo, partirà il cantiere per la stazione a monte, che sarà unificato a quello per il restauro di Castel San Pietro. Si tratta, oltre che di rimettere in sesto la stazione a monte, anche di consolidare il percorso, che risale agli anni Trenta. Nel frattempo è stata richiesta alla Provincia l'autorizzazione il trasporto pubblico di persone e quando sarà finito questo cantiere che richiederà tra i 9 e i 12 mesi, si partirà con il secondo riguardante la parte bassa, cioè la stazione di partenza e il tracciato vero e proprio. Tutto il percorso, da piazzetta Fontanelle Santo Stefano (via Madonna del Terraglio) fino a Castel San Pietro è sotto la tutela del vincolo monumentale: la vecchia stazione di partenza nella quale trovò poi sede il Teatro Laboratorio di Ezio Maria Caserta non verrà quindi toccata se non per il semplice restauro. Percorso che in totale sarà lungo 180 metri con una pendenza del 32-33 per cento e 57 metri di dislivello. Tra le altre novità, la previsione di una stazione intermedia dove i passeggeri potranno scendere o salire in corrispondenza dell'ingresso al parco archeologico del Teatro Romano e relativo Museo archeologico, oppure potranno entrare nel nuovo parco del colle di Castel San Pietro (e il parco di Villa Francescatti, oggi ostello della gioventù?). La funicolare, quindi, diventerà un elemento di cerniera per mettere in relazione la città e le diverse attrazioni del colle che sarà un unicum da visitare sia al coperto, con il museo di Castel San Pietro, sia all'aperto. Alla gara per realizzare la nuova funicolare sarebbero interessate varie ditte specializzate, tra la quali la Doppelmeier e la Leitner; quest'ultima ha acquisito nel 2002 la torinese Agudio che fu proprio la ditta italiana che realizzò la prima funicolare nel primo Novecento: fu inaugurata il 4 novembre 1941 per attrarre turisti a Castel San Pietro ma fu abbandonata poi nel 1944. Chiunque dovesse aggiudicarsi la gara, le cabine previste nel progetto esecutivo dovranno essere completamente trasparenti, quindi ampiamente panoramiche per consentire ai turisti di godere le più belle vedute sulla città: ciascuna potrà portare tra le 25 e le 30 persone per una portata oraria attorno alle 400 unità. Di conseguenza il piazzale di Castel San Pietro dovrebbe avere forti limitazioni alle auto ed essere prevalentemente pedonale per consentire una tranquilla fruizione del museo che sulla terrazza panoramica avrà un ristorante-caffetteria. E all'inizio del 2015 la funicolare dovrebbe entrare in funzione.

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mercoledì 16 gennaio 2013

Castel S.Pietro: al via i lavori della funicolare entro 1 mese?

 Fonte: L'Arena.it del 16/01/2013

CASTEL SAN PIETRO. Il cantiere aprirà nel giro di un mese. Collegherà Santo Stefano alla nuova cittadella museale.

Entro un mese partiranno i lavori della stazione alta della vecchia funicolare di Castel San Pietro che parte da Santo Stefano. La notizia sfugge di bocca, per l'entusiasmo, a Giancarlo Giani, storico collaboratore della Fondazione Cariverona che si occupa della parte immobiliare dell'ente. Lo dice uscendo dalla commissione che ha approvato le modifiche dell'accordo con il Comune per il Polo culturale agli ex Magazzini generali, sottolineando gli interventi più importanti che la Fondazione sta portando avanti in città, primo fra tutti uno dei simboli di Verona: Castel San Pietro.

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lunedì 14 gennaio 2013

I messaggi dell' Uomo del Ponte

Sabato 12 gennaio 2013 sulle funi di Ponte Navi, normalmente agghindate con lucchetti, è apparso un doppio massaggio su telo:
"Svegliatevi Italiani brava gente" lato monte e "Solo i pesci morti seguono la corrente" lato valle.
Che sia l'inizio di una nuova forma di campagna politica?
Non è la prima volta che Ponte Navi viene usato per messaggi e provocazioni...
il telo è stato prontamente rimosso, non si sa da chi... l'Uomo del Ponte tornerà ancora presto?




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mercoledì 9 gennaio 2013

Passalacqua: progetto di conservazione e consolidamento delle fortificazioni murarie

Tratto da sito internet azienda Feiffer Raimondi

Fortificazioni murarie comparto Passalacqua (Verona)

Progetto di conservazione e consolidamento

  • Committente: Ati (Sarmar-Aiteco-Coperativa S.Michele-Prom Im)
  • Periodo della prestazione: 2010-in corso
  • Edificio vincolato ai sensi del D.L.vo n. 42 del 2004
 Verona rappresenta in modo eccezionale il concetto di città fortificata in più tappe, caratteristico della storia europea. Nel suo spazio urbano e suburbano sono visibili ancora oggi, come in un atlante architettonico, opere monumentali che formano un repertorio di quasi 2.000 anni di storia dell'arte della fortificazione. Tuttora restano imponenti i resti della città fortificata romana, il perimetro della città murata scaligera con i suoi castelli urbani, la struttura della fortezza veneta, la grandiosa disposizione della piazzaforte asburgica, cardine del Quadrilatero.  La cinta muraria urbana, nel suo assetto definitivo, ha uno sviluppo di oltre nove chilometri e occupa quasi cento ettari con le sue opere: torri, cortine, rondelle, bastioni, fossati, terrapieni, spalti. Nello spazio esterno, situato nella campagna pianeggiante o sulla collina, trentuno forti (diciannove dei quali ancora esistenti) formavano l'ultimo e più moderno sistema, l'imponente difesa avanzata della piazzaforte asburgica. Nessuna città in Europa possiede opere di fortificazione più interessanti, per estensione, qualità artistica, tecnica e per campionario, rappresentando un compendio reale di fortificazioni, dall'età romana alla fine dell'800. Queste preziose testimonianze storiche e monumentali sono sopravvissute alle distruzioni dell'ultima guerra.



Stato di conservazione

Le mura oggetto del presente intervento hanno uno sviluppo longitudinale complessivo di circa 1700 m, alcune porzioni murarie si addossano a dei terrapieni, altre sono parte di edifici interrati o seminterrati che avevano funzione militare, mentre altre porzioni ancora sono dei muri liberi. A circa metà dello sviluppo totale, la continuità muraria è interrotta da Porta Campofiore. Gli ingressi all’area di intervento attraverso le mura sono dai due fornici di Viale dell’Università e dalla già nominata Porta Campofiore, ad oggi chiusa da cancello.  Il degrado che interessa le superfici è diversificato in relazione alla tipologia del materiale e alla localizzazione, soprattutto in relazione alla diversa esposizione dei prospetti.

Progetto

Studi e analisi
La fase della conoscenza, preliminare al progetto, si è articolata in diverse fasi nodali. Una storico critica, analizzando tutto il materile cartografico e descrittivo presente negli archivi.  In secondo luogo, approfondendo la materia dell’oggetto di intervento,  rielaborando sui grafici dei prospetti, tutte le diverse tipologie di materiali e trame murarie che caratterizzano lo svolgersi delle mura. Ed infine una strutturale (georadar, analisi soniche, endoscopie) svolta nei punti significativi e critici delle Mura, che sono emersi grazie all’interpretazione delle analisi precedenti.
Caratteristiche del progetto e dell'intervento
Il progetto di intervento si suddivide in due fasi principali: una  prima, fase di pulitura e messa in sicurezza, ha come obbiettivo quello di effettuare tutti gli interventi ritenuti propedeutici alle successive operazioni di conservazione, e prioritari per rendere i manufatti in sicurezza . La seconda, di conservazione e consolidamento, comprende, tutti gli interventi atti a garantire la sopravvivenza il più possibile autentica dei materiali e delle strutture senza togliere loro la caratteristica patina del tempo.

Cantiere

 Interventi Tecnici
In attesa di iniziare i lavori di cui al Lotto 1 (da Porta Vescovo al Bastione delle Maddalene)

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lunedì 7 gennaio 2013

La cicogna dell' Interrato

Curiosa cicogna in Interrato dell'Acqua Morta...

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Sondaggio telecamere prima Circoscrizione chiuso: e le telecamere?

Con il 2012 si è chiuso il sondaggio del nostro blog sulle telecamere per trasmettere su internet (sito web Prima Circoscrizione) i consigli di circoscrizione 1.
La stragrande maggioranza dei votanti ha espresso parere favorevole e del resto anche il Consiglio del 24/10/2012 ha dato il benestare.
Resta ora da capire come, quando e da chi tutto ciò verrà implementato. Le tecnologie, anche a basso costo, non mancano: ma siamo sicuri che non restarà soltanto una bella dichiarazione d'intenti sulla carta?
Del resto il sito della circoscrizione non brilla per efficienza: se si cercano i verbali delle sedute del Consiglio di Prima Circoscrizione sul portale web del comune, l'ultimo aggiornamento è del marzo 2012 (vedere qui).

Il team di VeronettaBlog

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sabato 5 gennaio 2013

Piazza Isolo: parcheggio e parkour

Fonte: CorriereVerona.it del 04/01/2013

Salti del gatto, acrobazie e piroette - Piazza Isolo, la patria del Parkour
E’ una disciplina che insegna a superare in modo atletico qualsiasi ostacolo. Viene dalla Francia, l’ha importata Internet. Ecco dove si trovano i ragazzi veronesi

VERONA —Sembrano studenti iscritti all’accademia del furto circense, topi d’appartamento che si allenano alla luce del sole in vista di qualche colpo notturno. In realtà sono traceurs, tracciatori. O, più prosaicamente, sono praticanti del Parkour. Breve introduzione: all’inizio degli anni ’80 nasce in Francia una disciplina che mira a superare gli ostacoli urbani adattando il proprio corpo all’ambiente circostante. Il problema non si aggira ma si salta: a ben vedere un vero e proprio manifesto culturale, ed etico. Il tutto nell’ambito di un percorso pensato e realizzato nella testa dell’adepto (da qui il nome di tracciatore). In Italia arriva alla fine del 2005, il media che lo porta è il più potente di tutti: internet, ovviamente. E youtube nello specifico. In ogni parte dello Stivale si cominciano a sviluppare piccole comunità di ragazzi dalle movenze scimmiesche con venature feline. Manco a dirlo la derivazione metropolitana del Parcours du combattant (metodo d’allenamento militare da cui trae spunto la disciplina) arriva anche nel centro di Verona e, più precisamente, sul marmo di Piazza Isolo.
«Ho cominciato nel 2007 - spiega Devid, l’anziano del gruppo - dopo aver visto qualche filmato on line». L’osservatore esterno nota subito due cose: il PK è molto democratico socialmente ma risulta alquanto classista dal punto di vista morfologico. L’abbigliamento, infatti, rasenta la sciatteria più ovvia visto che è la comodità a farla da padrona. Pantaloni larghi della tuta, scarpe da ginnastica consunte e magliette slabbrate. Saltare un muro non è questione di attrezzatura ma di abilità. E qui viene il distinguo. Gente pingue, in sostanza, non ce n’è. Anzi, sembrano tutti figli dell’uomo ragno. Secchi e muscolosi, con quella nervatura tipica di chi usa le proprie fibre per mera sopravvivenza. «Impari a rispettare le altre persone e il tuo habitat cercando di tenerlo pulito e ordinato anche se non tutte le persone lo capiscono». Vai a spiegare alle anziane cotonate con borsa della spesa che quelli non sono dei ladri. «Eppure qualcuno ci carica dicendo che anche loro, da giovani, "saltavano i fossi per lungo"!». Il PK non è una gara, non vince nessuno. «La vera sfida è concludere un passaggio che ti era precluso. Inutile girarci intorno: ti senti libero». Piazza Isolo come perfetta palestra ma sono tanti gli «spot» dove provare il salto del gatto o il tic-tac. «Il vecchio zoo nei pressi di Porta Nuova oppure via Palladio, vicino allo stadio».
La pioggia come unico nemico giurato. Il bagnato, infatti, rende viscido il fondo rendendo complicate le cadute e gli atterraggi. E la polizia? «Ci conoscono, ormai. All’inizio venivano chiamati dagli abitanti spaventati ma adesso ci dicono solo di stare attenti». Proprio mentre i veronesi si scaldano ecco comparire un gruppuscolo di coetanei dallo stesso passo sinuoso. «Siamo friulani, stiamo girando il Veneto in cerca di tracciati». Incredibile, il turismo da Parkours diventa una piacevole sorpresa in una giornata di sole invernale. E le traceuses? «Una ragazza si era aggregata a noi ma ha mollato dopo poco». Comunità maschile, dunque, dalla caparbietà monastica. Perché non ci vuole molto per capire come la ripetitività ossessiva dei gesti sia alla base del successo in questa disciplina. Volare da un muro all’altro per sfuggire alla banalità dei videogiochi diventando protagonisti di una città che si può vivere anche in questo modo. Senza necessariamente ideare una rapina alla Banca d’Italia.
Francesco Costantino

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